Ha lasciato le cinture esplosive per l’amore di una donna. Ha scelto così Muhammad Ashraf, indiano di 25 anni, da più di 15 nel Partito dei combattenti islamici Hizb al-Mujahidin.
Muhammad ha abbandonato il campo di addestramento in Pakistan per ritirarsi con la giovane moglie Asma, di 22 anni, sul versante indiano del Kashmir. In Pakistan aveva passato l’adolescenza in un campo di addestramento, ed era diventato nel tempo esperto di esplosivi.
Ora però rischia doppiamente la morte: lo cercano sia i suoi ex compagni jihadisti sia l’esercito pachistano.
La storia di Muhammad è stata raccontata dal quotidiano panarabo Asharq Alawsat, edito a Beirut, che precisa che l’ex terrorista è tornato due settimane fa nel suo villaggio d’origine nel Kashmir indiano nella provincia si Jammu, dopo una fuga con la moglie “attraverso montagne e foreste, braccati dagli uomini dell’esercito pachistano e dai miliziani di Lashkar-e-Taiba”, uno dei gruppi jihadisti più attivi nella regione.
“Per giorni ci siamo nutriti solo di frutta secca”, ricorda Ashraf. Lui e Asma si sono conosciuti nella primavera 2009 e si sono sposati nel marzo scorso: “Ho deciso di tornare perché da terrorista non si vive bene”, ha detto Ashraf intervistato dal giornale.
Il “terrorista del Kashmir” passò nel 1999, “quando ero ancora adolescente”, la frontiera tra India e Pakistan assieme ad altri 25 aspiranti miliziani. Dopo undici anni, Ashraf è tornato a casa. Per amore, ma forse anche grazie all’amnistia concessa nel febbraio scorso dal governo indiano a tutti i giovani che negli anni ’90 passarono il confine per unirsi ai combattenti islamici del Pakistan.
