Ha vinto un Latin Grammy come pianista, ma quello che gli spetterebbe ora è un bel premio all’ingenuità. Roger Davidson, compositore ed erede della fortuna petrolifera della famiglia Schlumberger, si è fatto truffare ben 20 milioni di dollari da due tecnici di computer, che lo avevano convinto che alcuni preti polacchi dell’Opus Dei stessero cercando di ucciderlo.
Come abbia potuto credere a una storia del genere è un mistero, commenta Gawker, ma quel che è certo è che per anni l’autore di “Brazilian Love Song” abbia versato 160 mila dollari al mese affinché i proprietari di un negozio di assistenza per computer di Mount Kisco (New York) lo proteggessero dalla terribile minaccia polacca.
A quanto riporta il Wall Street Journal, nel 2004 Davidson portò il suo pc al negozio, convinto che ci fosse un virus. I proprietari, Vickram Bedi e Helga Invarsdottir, capirono subito che era ricco e lo convinsero che il suo “virus” provenisse da un remoto villaggio dell’Honduras. Il signor Bedi gli raccontò poi che suo zio, ufficiale dell’esercito indiano, aveva viaggiato fino a lì con un aereo militare e aveva sventato un complotto ai danni del signor Davidson ordito da alcuni preti polacchi legati all’Opus Dei.
La notizia, certo, lascia increduli. Non tanto per la fantasia dei truffatori, che sono stati citati in giudizio da Davidson, quanto per l’ingenuità del ricchissimo “pollo” di turno.
