TUNISI – E’ stato condannato a quattro anni di reclusione Ramzi Ibcha, il giovane tunisino che, agli inizi di marzo, profanò delle copie del Corano, strappandone delle pagine e gettandole nelle latrine di alcune moschee della città di Ben Guardane. Secondo quanto riportato dall’Ansa Ibcha ha 25 anni e sarebbe ateo e gay dichiarato, ma la versione del sito interculturale LGBTQ “Il Grande Colibrì” è un’altra: “il giovane ha problemi psicologici, certificati dai medici, e potrebbe essere vittima – almeno secondo quanto sostengono le associazioni per i diritti umani, i gruppi laici e le organizzazioni omosessuali in Tunisia – di un complotto islamista. E non è ne gay ne ateo”.
“Questa è una storia totalmente inventata, è una montatura e non riflette la verità. Comunque, questa storia non ha fatto il botto su Internet e la gente ha capito che non era vero, anche perché il ragazzo sembra avere un disturbo mentale”, ha dichiarato “Paloma Negra” (pseudonimo di un attivista del gruppo omosessuale GayDay) a “Il grande colibrì”.
Il grande colibrì è il primo sito interculturale LGBTQ (lesbico, gay, bisessuale, transgender e queer) italiano, gestito da persone provenienti da otto paesi del mondo. Nell’ambito del suo progetto “MOI Musulmani Omosessuali in Italia”, il sito ha creato un’ampia rete informale di contatto, interscambio e supporto con attivisti omosessuali presenti in diversi stati arabo-musulmani.