Il Personaggio
Franco Maria Ricci: vino, olio e formaggio nel mondo
Direttore dell’A.I.S.(Associazione Italiana Sommelier) di Roma, con 8.000 iscritti, Franco Maria Ricci dirige la sede romana di via Cadlolo (Hilton Cavalieri) dal 1998. L’ A.I.S. organizza corsi di qualificazione professionale per sommelier, con il riconoscimento giuridico dello Stato. Sotto il segno di Bibenda Editore, l’A.I.S. firma diverse edizioni di enogastronomia italiana: Duemilavini; I Ristoranti di Bibenda; l’Olio; Champagne e Champagnes; La Grappa. Franco Maria Riccci ha diretto la rivista Il Sommelier finchè l’allora responsabile AIS del Lazio lo incaricò di costituire la Società Editrice Bibenda.
Chi frequenta i corsi di sommelier?
– Innanzitutto chi ne vuole fare un mestiere. Il corso sul vino dura quasi due anni, con esame teorico e pratico finale. Noi forniamo libri di testo e in ogni lezione ci sono degustazioni spiegate. Poi ci sono i ristoratori e gli enotecai, i quali si iscrivono per tenersi aggiornati ed avere competenze tecniche necessarie per il loro lavoro. Ci sono anche i fuori settore, appassionati ed amanti del vino i quali frequentano il corso per passione.
Oltre a quello sul vino, quali altri corsi ci sono all’ A.I.S.?
– Presso la nostra sede si tiene il Corso sull’Olio Extravergine di Oliva, col conseguimento del titolo di Sommelier dell’Olio. Poi c’è il Corso di Barman; quello sui Sigari, che insegna ad abbinarli ai distillati e il Corso sui Formaggi, italiani e stranieri.
All’estero, l’olio italiano è meno conosciuto del vino. Quando nasce l’idea di farci un corso?
– Nel 1999, quando Gino Veronelli mi disse: “Il vino ha il suo vitigno, l’olio ha la sua cultivar. Entrambi necessitano conoscenza per poterli apprezzare e abbinare col cibo”. Da lì, nacque il corso per sommelier dell’Olio
Cosa significa essere il direttore a Roma dell’A.I.S.?
– Significa avere la responsabilità di entrare nella comunicazione mondiale come “Italia”, che non vuole dire difesa a tutti i costi della tradizione enogastronomica italiana. Quando si dice vino, almeno fin’ora, si dice “Francia”. L’obiettivo dell’ A.I.S. è quello di estendere le conoscenze del vino e degli altri prodotti italiani, attraverso l’insegnamento di professionisti.
Quali sono i futuri progetti dell’A.I.S.?
– Sono da poco diventato general manager della WSA (Worldwilde Sommelier Association). Si tratta una grande associazione che raccoglie 18 nazioni con 89.000 associati. La credibilità è il brand che ci contraddistingue, sia come A.I.S. Roma, sia a livello globale con la WSA.
