Italians do it better? Non sempre. Se l’enogastronomia è una delle nostre eccellenze più apprezzate all’estero, chi ne ha mai assaggiato qualche esempio in aereo il più delle volte ne sarà rimasto deluso, se non disgustato.
Per risollevare le sorti della nostra cucina ad alta quota, l’ex ministro dell’Agricoltura leghista (ora governatore del Veneto) Luca Zaia aveva stanziato ben sei milioni di euro per promuovere dei raffinati menu regionali firmati da grandi chef (come Nicola Portinari del ristorante La Peca di Lonigo, Vicenza, e Agata Parisella dell’Agata e Romeo di Roma) sui voli Alitalia. Ad esclusivo uso e consumo, naturalmente, dei clienti tanto abbienti da potersi permettere di volare per lunghe tratte in Magnifica, la top-class della compagnia di bandiera inaugurata lo scorso dicembre. Per tutti gli altri, la solita sbobba.
L’élitaria iniziativa patrocinata da Zaia era stata apprezzata persino da Faith Willinger, una delle più famose “italian food lovers” d’America, che in un articolo comparso sulla prestigiosa rivista “The Atlantic” aveva addirittura dichiarato che “Il segreto del mangiar bene in aereo è volare Alitalia” (il segreto dell’arrivare in orario con tutti i bagagli, invece, pare non sia ancora stato scoperto).
In tempi di crisi, tuttavia, l’attuale ministro dell’Agricoltura (già governatore del Veneto), Giancarlo Galan (Pdl), ha ritenuto opportuno non sperperare fondi pubblici in porcellane Ginori, tovaglie firmate Frette e trousse di comfort della griffe milanese Culti, che accompagnavano i sopraffini menu dei voli intercontinentali di Magnifica. Il che si può anche capire.
Ma c’è chi non ha mandato giù la revoca di questa (ennesima) sponsorizzazione pubblica e imputa la drammatica scomparsa della polenta coi funghi e l’Asiago Dop a una lotta politica intestina. Galan, berlusconiano doc e devoto, obbediente al capo più di un vecchio comunista o di un monaco benedettino, ha sostituito Zaia sulla poltrona di ministro dell’agricoltura, per lasciare allo stesso Zaia la ben più prestigiosa, importante, di “potere” carica di presidente, o governatore, della Regione Veneto.
Berlusconi gli aveva promesso che sarebbe stato inamovibile, era persino andato al suo matrimonio per ripeterglielo, ma Galan sapeva che se il partito avesse fatto una scelta diversa avrebbe dovuto obbedire. E così è stato: per ottenere l’appoggio della Lega dopo la scandalosa estate del 2009, Berlusconi ha dovuto mollare a Umberto Bossi il Veneto. Galan è stato compensato col ministero, che non è certo quello degli Esteri o degli Interni, ma il pus continuava a uscire dal cuore di Galan: più che comprensibile che si sia voluto vendicare tagliando una iniziativa del predecessore che a dire il vero non aveva comunque le caratteristiche del colpo di genio.
Di tutto questo però a Romeo Caraccio del ristorante Agata e Romeo, importa molto poco. A leggere il bel sito internet specializzato Dissapore.it, Caraccio non ha peli sullalingua: «Tutto il nostro lavoro è vanificato dal fatto che Zaia e Galan non vanno d’accordo, il che rispetta l’Italietta in cui viviamo». Ma se Alitalia cercherà di «portare avanti l’iniziativa», per ora è certo che Galan abbia definitivamente sospeso le ricette da gourmet in alta quota.
Tra le ragioni che l’avrebbero spinto alla dura decisione, ha dichiarato Galan al Corriere della Sera, ci sarebbero le molte proteste ricevute: «In particolare quella di una professionista che viaggia spesso da Roma a New York, scandalizzata dal fatto che con i soldi pubblici si finanzino quei menu: come possono venire buoni i bigoli in salsa, scrive lei, se vengono preparati da un catering?». In questa assurda diatriba culinaria, ci sembra di certo l’obiezione più sensata.
