In Italia i ristoratori stranieri sono aumentati del 72% negli ultimi 10 anni. La cucina etnica è quella che sembra riuscire meglio a gestire la crisi del settore. In tutto il Paese si contano oggi 9.252 attività di ristorazione gestite da immigrati. Lo rivela un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.
Nel settore alimentare sono aumentati non solo i gestori stranieri, ma anche i lavoratori dipendenti. Secondo un’indagine dell’Eurisko, su 1,6 milioni di immigrati che lavorano in Italia, il 10% lavora nell’ambito della ristorazione.
Molti gestori stranieri hanno cominciato “dal basso”, come lavapiatti o camerieri. Pian piano hanno cominciato a “scalare posizioni” fino a raggiungere ruoli di comando.
I ristoranti etnici proliferano in tutta Italia e seguono i flussi migratori delle varie etnie nelle diverse città. A Milano, Torino e Venezia sono sorti molti ristoranti cinesi ed egiziani, a Genova spopolano gli ecuadoregni, a Firenze gli iraniani, a Palermo i tunisini.
Secondo le stime della Camera di commercio della Lombardia, ogni anno i milanesi spendono complessivamente 80 milioni di euro per mangiare piatti esotici.
Secondo Luigi Sun, cinese che si occupa della distribuzione nei ristoranti giapponesi, l’aumento di affari per gli stranieri è dovuto soprattutto ai prezzi contenuti che offrono alla clientela: «Il costo dei ristoranti italiani è decollato con il passaggio all’euro, i ristoranti etnici lo hanno contenuto uscendone rafforzati».
