ROMA – Calano le tasse? Intanto va registrato l’arrivo di un nuovo balzello per i passeggeri degli aerei: l’addizionale sui diritti di imbarco dei passeggeri aumenterà di 2,5 euro per passeggero. Con l’ultimo aumento tariffario sono praticamente sette su dieci gli euro che se ne vanno in tasse per ogni biglietto venduto.
Dall’Iva al caro sicurezza, a gennaio scatta quindi un ulteriore aumento di 2,5 euro, protestano le compagnie aeree, che denunciano l’ennesima manovra recessiva e contestano un’Italia ai vertici sul peso delle imposte. Berberi sul Corriere della Sera fa il punto sull’accanimento fiscale che grava sul trasporto aereo.
Un pizzico d’imposta per gli imbarchi, un altro pezzo per i Comuni «del sedime aeroportuale o confinanti con lo stesso», un altro ancora per i cassintegrati delle compagnie. Poi c’è l’Iva. Quindi i «corrispettivi» per i vari passaggi di sicurezza: per i controlli del passeggero, per le verifiche sul bagaglio a mano e per il passaggio ai raggi X della valigia da stiva. Resterebbe la tariffa vera e propria. Una parte sempre più esigua sul totale. Mentre diversi Paesi pensano di eliminare le tasse aeroportuali, in Italia si procede in senso contrario. (Leonard Berberi, Corriere della Sera).
I 2 euro e mezzo incrementano la cosiddetta “Addizionale comunale sui diritti d’imbarco dei passeggeri sugli aerei”, giunta ormai a 9 euro totali, tranne Roma dove sia a Fiumicino e che a Ciampino si arriva a 10 euro viene applicata una ulteriore tassa, stavolta “commissariale”.