
ROMA – Chi vuole accollarsi il peso morto di Alitalia? Due sono i candidati: le Ferrovie dello Stato italiano e la combine estera Air France-Klm.
Mauro Moretti, amministratore delegato della Ferrovie, sembra porre condizioni a Governo e attuali azionisti di Alitalia che mirano a fare stare la nuova impresa Ferrovie – Alitalia in piedi sulle proprie gambe e nel mercato.
Il gruppo per ora concorrente Air France – Klm sembra invece orientato a farsi pagare il salvataggio dai contribuenti italiani.
La ricostruzione del retroscena dietro le trattative Alitalia fatta da Antonella Baccaro sul Corriere della Sera sembra la scaletta della trama di un romanzo di alta finanza ambientato in uno scenario matrimoniale. Sembra come se
“Enrico Letta stesse cercando un padre per la sposa, uno che garantisca che questa abbia una dote sufficiente per essere accolta con il dovuto rispetto, che assicuri tutti i fornitori del banchetto di nozze che saranno pagati, che la sappia accompagnare all’altare dignitosamente, che sorvegli l’andamento del matrimonio tenendo un indiscreto piede in casa.
Subito un frase che gela:
“Le possibilità di successo dell’operazione non sono alte”.
Perché?
“Mauro Moretti, ad delle Ferrovie, dato per certo come futuro «padre della sposa» alla vigilia, a un vertice convocato a palazzo Chigi non si era nemmeno presentato, preferendo enumerare le sue condizioni con la consueta veemenza direttamente al premier”.
Partendo da questa constatazione elementare quanto spietata, che
“il mercato in cui lavora attualmente Alitalia non è come lo pensa Alitalia. L’impresa va ristrutturata da capo a fondo: il piano radicalmente cambiato”,
Moretti pensa che
“1. dove c’è l’alta velocità, gli aerei non devono volare, partendo dalla Roma-Milano.
2. Alitalia va riposizionata sul medio raggio tra grandi poli metropolitani, per esempio Napoli-Parigi, e soprattutto sul lungo raggio verso il Medio e l’Estremo Oriente.
3. Servono stazioni ferroviarie e aeroporti intercontinentali ben collegati”.
Seguono le condizioni.
“1. isolare in una società a se stante la parte di Trenitalia che lavora a prezzi di mercato e dedicarla agli aerei.
2. un’intesa industriale con Air France-Klm, trattata dalle Fs insieme con il governo e senza ingerenze dell’Antitrust.
3. nemmeno un euro agli attuali soci di Alitalia. Insomma Ferrovie entra nel capitale e gli altri fanno la loro parte o le loro quote scenderanno”.
Racconta Antonella Baccaro che Enrico Letta deve essere rimasto un po’ spiazzato se ha detto:
“Avevamo ipotizzato un piano in due tempi: messa in sicurezza dei conti e poi sviluppo. Ma mi pare di capire che la situazione si è fatta molto seria quindi niente soluzione-ponte, anticiperemo la fase-due: dovrà esserci un aumento di capitale più importante di quello, da 100 milioni, che avete deliberato, che induca Air France-Klm a esserci. Ognuno dei soci attuali dovrà fare la sua parte. Nessuno escluso”.
Secondo questa ricostruzione, Letta
“avrebbe dunque chiaramente parlato di Air France-Klm come partner internazionale. Quanto al soggetto pubblico destinato a entrare nel capitale di Alitalia, per una quota non cospicua, con un esborso di un centinaio di milioni, non avrebbe fatto alcun nome, nemmeno quello di Ferrovie, lasciando aperte tutte le ipotesi. […] Tornano in campo la Cassa depositi e prestiti, Fintecna, F2i”.
Letta però è parso fermo su un punto:
“Non faremo nulla senza l’impegno di tutti i soci, compresa Air France-Klm”.
