ROMA – Il presidente francese Nicolas Sarkozy considera Mario Draghi il candidato più accreditato come successore di Jean-Claude Trichet alla guida della Banca Centrale Europea (Bce). Il sostegno di Sarkozy al candidato italiano arriva dopo segnali favorevoli da parte di autorevoli rappresentanti del governo tedesco.
A proposito del sostegno della Francia a Draghi, Federico Fubini per Il Corriere della Sera, scrive:
Jacques Chirac nel 1997 tenne sveglia fino all’alba tutta Bruxelles per imporre un francese alla guida della Banca centrale europea. Angela Merkel dal 2004 ha lavorato duro perchĆ© il successore fosse tedesco, prima che Axel Weber le rovinasse i piani lasciando la Bundesbank. Tutti capiscono che ottenere quel posto ĆØ un interesse nazionale, anche se nessuno sa dire esattamente perchĆ©. Ora che anche Parigi sembra sostenere Mario Draghi, forse ĆØ il caso che l’Italia se lo chieda. Non ĆØ troppo tardi per rifletterci; per la veritĆ non sarebbe neanche troppo presto, in questo Paese spesso distratto dal rumore di fondo. Da quella posizione a Francoforte deriva un’influenza intangibile ma enorme, ben oltre il potere di presiedere da primus inter pares il consiglio dei governatori della Bce.
Senza il tempismo e il sangue freddo di Jean-Claude Trichet, la crisi dei subprime e il fallimento di Lehman avrebbero avuto in Europa effetti distruttivi. Senza le stesse doti in chi gli succederĆ , le prossime scelte sul futuro della Grecia o del Portogallo saranno altrettanto rischiose. Esprimere un’unica politica monetaria per una Germania in pieno boom e per una periferia europea in piena depressione sarĆ un’opera di coraggio ed equilibrio certosini. Presiedere la Bce significa essere depositari di un potere secondo nel sistema finanziario solo a quello di Ben Bernanke alla Federal Reserve.
Ma l’Italia ĆØ un Paese a suo modo singolare. Siede a pieno titolo nel G7, ma oggi non esprime molte posizioni internazionali di rilievo e sembra attanagliato dal timore di contare meno di prima. Draghi alla Bce in questo senso avrebbe un valore che va oltre il merito della posizione: significherebbe che la cultura dei ceti dirigenti italiani ha un suo ruolo nel mondo. Un segnale del genere non può che favorire il tono e il senso di fiducia nella conversazione italiana sui problemi globali, e sui nostri. A patto, ovviamente, di non commettere l’errore di pensare che i giochi siano fatti: il francese Nicolas Sarkozy sembra aver dato il suo sostegno, Trichet (più discretamente) anche. Ma lo scoglio finale resta Angela Merkel e per ora la cancelliera tedesca tace. PerchĆ© vincere la partita della Bce non ĆØ un interesse nazionale solo in Italia: in fondo, anche vista da Berlino, tutta la politica rimane politica interna.
