
I nuovi scenari dell’economia mondiale impongono drastici mutamenti dei modelli di businness finora impiegati, a tutti, nessuno deve sentirsi escluso. Come Hollywood, la fabbrica dei sogni e degli introiti ultramiliardari, calamita di investimenti e megafono planetario dell’american way of life, che non si sta accorgendo che i tempi sono cambiati, che se non cambia registro non ci sarà più nessun businness e dividendi da distribuire.
Il monito proviene dal boss della Walt Disney, che invita – sarebbe più corretto “intima” – gli studios a riscrivere il copione, battere nuove strade, prendere dei rischi. Bob Iger è un chief executuive che evidentemente vuole seguire le orme del leggendario Jeffrey Katzenberg: la sua ricetta è semplice, diminuire i costi e le assurde spese, restituire orgoglio e buon senso.
Intervistato dal Financial Times, Iger fa una diagnosi impietosa che non riguarda solo il suo gruppo e che estende a tutta l’industria cinematografica americana. La malattia più grave: vendita e distribuzione dei dvd, che hanno sostenuto i ricavi negli ultimi dieci anni, sono al capolinea e bisogna pensare nuove piattaforme digitali innovative. Bisogna studiare nuove soluzioni che rovescino lo status quo.
Il prossimo mese la Disney presenterà Keychest, una nuova tecnologia che permetterà la copia digitale dei film da immagazzinare col telecomando e da vedere su diverse piattaforme e supporti tipo smart-phone o play-station come la X-box della Microsoft. Iger annuncia di voler rilevare per 4 miliardi di dollari il ricco catalogo della Marvel Entertaiment, con i suoi popolarissimi super-eroi. E soprattutto avverte che è necessario che i contenuti dei prossimi film si adattino ai mercati emergenti, come quello russo. Basta con i film pensati per il pubblico americano con la pretesa di destinarli così confezionati in tutto il mondo.
Si capisce che Iger voglia dare una sferzata all’ambiente, ma non manca il sarcasmo degli osservatori. Sul sito Gawker c’è chi fa notare come l’ennesimo invito a rimodulare il businness si scontra con la realtà sotto gli occhi di tutti: compensi ingiustificati, star strapagate, eccessi e stravaganze che, finora, nemmeno il chief executive Iger è riuscito a mettere in discussione.
