BRUXELLES – L’Italia ha ribadito anche lunedì 14 febbraio di essere contraria alla cooperazione rafforzata sul brevetto comunitario, ritenendo non esaurite tutte le possibilità di portare avanti un negoziato a 27 e riservandosi la possibilità di ricorrere in sede giurisdizionale contro questa decisione.
L’occasione per ribadire la posizione italiana – alla vigilia del voto del Parlamento europeo – è stata la riunione del Consiglio istruzione della Ue. ”I negoziati – ha detto Vincenzo Grassi, il numero due della Rappresentanza italiana presso la Ue – si sono interrotti dopo quattro mesi con la sorprendente valutazione che tutte le possibilità di trovare un accordo erano state esaurite. Si tratta di una valutazione errata e infondata”.
“E noi ci opponiamo – ha proseguito Grassi – a una cooperazione rafforzata che ha l’effetto di escludere alcuni Stati membri disposti a proseguire i negoziati, reca pregiudizi al mercato unico e crea divisioni e distorsioni di concorrenza al suo interno”. Per il nostro Paese è poi’ ”sorprendente e inquietante” non aver atteso il parere della Corte europea di giustizia sulla compatibilità con i trattati del brevetto Ue.
Per Grassi ”e’ sorprendente ed inquietante che sul piano procedurale e sostanziale non si sia voluto attendere il parere che il Consiglio Ue aveva chiesto alla Corte europea di giustizia sulla conformità al Trattato del regime giuridico del brevetto. Non è solo mancanza di rispetto interistituzionale: sospettiamo ci sia una volontà di creare una discriminazione contro alcuni Stati membri, la loro cultura, la loro lingua e il loro sistema delle imprese”.
”Aspetteremo quindi il parere della Corte – ha spiegato Grassi – e ci riserviamo la possibilità di agire sul piano giurisdizionale per opporci a un’iniziativa di cooperazione rafforzata che riteniamo incompatibile con i trattati. E – ha concluso – ci rammarichiamo che la prima presidenza ungherese della Ue si attivi su questa iniziativa che e’ molto divisiva e rischia di lasciare tracce molto profonde nel processo di integrazione europea”.
