Il segno di dove il mondo รจ arrivato lo hanno dato ieri gli ‘indici Dow Jones e Standard and Poors,ย scesi ieri ย ai minimi dal 1997. E mentre il governo americano tratta e quelli europei mediano,ย alcuni di questi ultimi,ย Francia e Danimarca, per ora, ย hanno giร cominciato ad agire.
La Danimarca ha nazionalizzatoย una banca regionale sull’orlo del tracollo. La Francia ha annunciato, attraverso il suo ministro delle finanze Christine Lagarde, che intende assumere una posizione di controllo nella banca che risulterร dalla fusione tra la Caisse d’epargne e la Banque populaire, dopo che lo stato vi avrร infuso 5 miliardi di euro.
Tutti dicono: il tempo di fare pulizia, mettere a posto le cose e poi rivendere. L’esperienza italiana, quella dell’Iri, รจ durata settant’anni. Quella della rivenditga…meglio non dirne, visti i prezzi realizzati dallo Stato e quelli attribuiti dal mercato, poco dopo.
In America tutti ormai danno per scontato l’ingresso ormale dello stato nel capitale di Citigroup, la piรน grande banca del mondo. Il ragionamento รจ: lo stato comunque ci mette i soldi, tanto vale che leghi a quel denaro un titolo giuridico per garantire che non finisca in jet e premi di fine anno. a favore dell’intervento statale si sono espressi due economisti di sinistra e di primo piano: il premio Nobel Paul Krugman e Nouriel Roubini, uno dei piรน tenaci vaticinatori della crisi negli anni del boom.
E in effetti, a quanto scrivono Financial Times e Wall Street Journal, ministero del Tesoro e Citigroup stanno avanzando nella definizione dell’accordo.
L’ex colosso mondiale delle assicurazioni AIG sta preparando unma nuova richiesta di aiuto pubblico, la terza in cinque mesi, per cavarsi dai guai. Stanno tirando le somme e prevedono che le perdite del quarto trimestre 2008 risulteranno superiori ai 24 miliardi di dollari che erano stati stimati poco fa; ma non hanno voluto dire di quanto.
Anche l’Europa ormai si sente sull’orlo del baratro.
Il problema degli asset “tossici” detenuti nei portafogli delle banche europee ยซsembra che non sia stato ancora risolto in modo soddisfacente e un inatteso approfondimento del rallentamento economico adesso minaccia un ulteriore e piรน esteso deterioramento della qualitรก del credito degli asset bancariยป. ร questo l’allarme lanciato dalla Commissione europea nella bozza sulle nuove linee-guida per gestire gli asset tossici che, salvo sorprese, sarรก approvata mercoledรฌ.
Ma intanto, una prima nazionalizzazione c’รจ stata: in Danimarca. Lo Stato ha acquisito il controllo di una banca regionale, con 90 mila clienti, la Fiona Bank a/s,ย iniettando nelรฒle sue casse 172 milioni di dollari. La Banca stava per saltare, schiacciata dal peso di investimenti andati a male e di crediti immobiliari divengtati inesigibili.
I danesi sembrano intenzionati a lasciare il management al suo posto. I francesi invece hanno gi annunciato che il vertice cambierร . L’ingresso dello stato nella nuova banca franxcese avverrร in un modo che sembra prefigurare la astrada che seguiranno anche gli americani con Citigroup: il tesoro sottoscriverร ย un prestito obbligazionario convertibile e, alla conversione, diventerร il maggiore azionista. L’operazione dovrebbe essere annunciata giovedรฌ, quando le due banche annuncdersanno i loro risultati annuali.
