Prima la notizia della fuga all’estero, poi la smentita cinese. Alla Banca centrale di Pechino poltrone e telefoni sono in fibrillazione per il governatore Zhao Xiaochuan. Per il Wall Street Journal, è andata così: è scappato per la paura di essere incriminato per aver perso denaro in società finanziarie americane. Alcuni blog cinesi avevano già prima fatto da casse di risonanza del giornale Ming Pao di Hong Kong, che ha smentito la circostanza.
”Dicono che il governatore sia fuggito, ma invece ha appena presieduto una riunione”, ha dichiarato al quotidiano Wall Street Journal il vice di Zhao, Hu Xiaolian. Poi è arrivato anche il dietrofront della fonte originaria: in un editoriale pubblicato sul suo sito web il Ming Pao afferma di ”non avere nulla a che vedere” con la diffusione della voce e di ”condannare con forza” l’ uso del nome del giornale ”per diffondere false informazioni”.
Hu Xiaolian, il numero due della People’s Bank of China, sottolinea nella sua smentita ”l’ effetto assolutamente anormale” che la voce ha avuto sul mercato. ”Di solito – ha sostenuto – la volatilità dei mercati si deve a notizie o analisi. Ma speculare su una cosa come questa è assolutamente anormale”. Secondo la ”voce” che ha attribuito a Ming Pao la notizia, la Banca avrebbe perso 430 miliardi di dollari per investimenti incauti nelle finanziarie americane Fannie Mae e Freddie Mac, che si occupano di mutui per l’ acquisto di case, e che il governo si apprestava ad effettuare degli arresti in relazione alla vicenda.
Tra le persone che hanno incontrato ieri, lunedì 30 agosto, il governatore ci sono l’ ex-ministro delle finanze italiano Tommaso Padoa-Schioppa e il dirigente dei servizi finanziari giapponesi Shozaburo Jimi. Entrambi hanno confermato di essersi intrattenuti ieri col governatore e le foto degli incontri sono state pubblicate sul sito web della People’s Bank of China.