ROMA – Allarme conti correnti, in arrivo ci potrebbe essere un prelievo forzoso. Lo scrive Maurizio Belpietro nel suo editoriale di sabato sul quotidiano Libero. Il governo Letta, avverte Belpietro, non ha annullato le tasse, le ha solo rinviate: ciò vorrebbe dire che quando il salasso non sarà più rinviabile, il premier e la sua squadra di governo potrebbero optare per una soluzione come quella adottata da Giuliano Amato nel 1992: ovvero rastrellare risorse attraverso un prelievo forzoso sui conti correnti. Un po’ come quello che è successo a Cipro la scorsa primavera.
Di gossip ministeriale si tratta, ma non è fuori luogo domandarsi, che cosa accadrà in autunno quando i contribuenti si troveranno dinanzi allo scoglio delle imposte sin qui rinviate: l’Imu sulla prima casa e il rincaro dell’Iva al 22%, senza tralasciare la Tares. Secondo i conti fatti da Franco Bechis, sullo stesso quotidiano nei giorni scorsi, se i tempi migliori in attesa dei quali il governo vara i suoi decreti a colpi di rinvii non dovessero arrivare, la voragine nelle casse dello Stato sprofonderebbe fino a 10 miliardi di euro.
La soluzione sarebbe quella di dare un taglio deciso alla spesa pubblica ma, osserva Belpietro, “ridurre la spesa comporta una fatica bestiale, bisogna scontentare qualcuno e sopportarne le proteste, che di solito sono chiassose. Insomma, roba da nervi saldi e non da persone che si impressionano subito e al primo strillo fanno retromarcia”.
Lo scenario prospettato da Belpietro è alquanto pessimista:
“Per quanto ci si provi, né sul fronte delle spese pazze né su quello degli immobili lasciati andare in rovina c’è verso di trovare un euro. Ci ha provato Tommaso PadoaSchioppa quando faceva il ministro dell’Economia di Prodi, hanno ritentato Tremonti e anche il Monti senza tre (quello che si sente tanto apprezzato all’estero e sottovalutato in patria), ora ci si sta scornando Saccomanni, ciò nonostante il risultato non cambia”.
E dunque si torna alla domanda di partenza: cosa accadrà dopo la pausa estiva quando il nodo balzelli verrà al pettine? Belpietro riferisce di drammatici rumors che circolano in ambienti ministeriali:
Il passaparola riferisce infatti che al momento giusto, quando la situazione si sarà ingarbugliata per bene e bisognerà porvi rimedio in tempi brevi; quando il Cavaliere grazie ai processi sarà alle corde e ridotto al silenzio dagli arresti domiciliari; cioè quando il Paese sarà cotto al puntino da essere servito in tavola, ecco arrivare la madre di tutte le soluzioni, ovvero l’arma letale per il ceto medio, vale a dire il prelievo forzoso sui conti correnti.
Belpietro rievoca scenari apocalittici del governo Amato:
La misura non è una novità per gli italiani, perché in passato fu usata da Giuliano Amato per far quadrare i conti. Senza dir niente a nessuno e profittando delle tenebre, l’allora presidente del Consiglio non guardando in faccia a nessuno scippò il sei per mille. Gente che doveva l’indomani pagare il mutuo, altri che si apprestavano a un acquisto e per questo avevano accumulato qualche risparmio depositandolo in banca, poveri pensionati che avevano incassato la liquidazione dopo una vita di lavoro, tutti si ritrovarono dalla sera alla mattina un po’ più poveri. La storia si ripete? Può darsi, almeno a sentire gli spifferi che girano in certi palazzi romani.
E mette in guardia da eventuali smentite da parte del governo,
Certo, conferme non se ne trovano e c’è da giurare che oggi, dopo la nostra anticipazione, fonti governative si incaricheranno di smentire l’ipotesi, giurando e spergiurando che nulla di tutto ciò è allo studio. Sarà. Ma per parte nostra, avessimo due euro, staremmo in campana. Risparmiatore avvisato, mezzo salvato.