ROMA – Lotta all’evasione sì, ma con calma ed educazione. E’ questo in sostanza il leitmotiv del decreto sviluppo appena varato dal Governo, almeno in tema di controlli fiscali. È in arrivo la circolare dell’Agenzia delle Entrate che spiega «quali sono le sanzioni per chi esagera con i controlli fiscali» sulle imprese. E’ quanto ha annunciato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione del Dl. «Un conto è chiedere le tasse, un altro è essere coerenti con la legge» ha aggiunto il ministro che poco tempo fa aveva promesso di adoperarsi contro «l’oppressione» fiscale, gli eccessi che generano «costi, tempo perso, stress, e occasioni di corruzione». Tremonti era stato esplicito nell’occasione: “Non si deve rompere più di tanto…”. Detto, fatto: d’ora in poi controlli ogni sei mesi e non più lunghi di 15 giorni. Una volta passata la Finanza o qualunque altra burocrazia, per sei mesi almeno “nessuno romperà”. E se lo farà, sarà “illecito”.
Il controllo amministrativo sotto forma di accesso effettuato da qualsiasi autorità competente dovrà rispettare poche e chiare regole: dovrà essere unificato, avere cadenza semestrale e una durata massima di quindici giorni. Uomo avvisato… verrebbe da dire. E ancora, verrà disposta l’abolizione delle comunicazione telematica per acquisti superiori ai 3mila euro in caso di pagamento con carte di credito, prepagate e bancomat. Poteva esser utile per mille motivi ma è intollerabilmente un’invasione della privacy di tutti noi e allora via. E se il controllo opprime l’impresa scatta l’illecito disciplinare per il dipendente pubblico.
Oltre all’introduzione del “fisco cortese”, il decreto sullo sviluppo tocca anche altri aspetti. Contiene misure per l’occupazione nel Sud, come l’introduzione del credito di imposta per le imprese che assumono nel Mezzogiorno. «Pensiamo di poter avere la fiscalità di vantaggio: è l’unico modo di spendere i soldi europei – ha detto Tremonti». Anche il social housing, l’edilizia sociale, «sarà concentrata al Sud». Via libera poi della Banca d’Italia per la Banca del Mezzogiorno. E per Tremonti, «da oggi inizia un percorso operativo per strutturare le banche popolari e i crediti cooperativi. Si tratta di oltre 7000 sportelli, è una cosa molto importante, nasce un gigante. Abbiamo apprezzato il lavoro della Banca d’Italia». Nel decreto è stato poi stabilito che la Banca d’Italia potrà mettere tetti ai bonus dei manager bancari, ossia fissare dei limiti sulla parte variabile che in genere costituisce la voce rilevante della retribuzione dei banchieri. Infine la ricerca, il credito d’imposta per la ricerca viene «introdotto per due anni ed è sperimentale. La copertura è operata con una tecnica non a carico delle imprese stesse, ma si tratta di una forma di prelievo volontario di grande interesse». E tra le righe è stato anche inserita la frase “Le spiagge su cui insistono chioschi e varie strutture turistiche saranno oggetto di diritto di superficie che dura 90 anni”.In sostanza chi prende in concessione uno stabilimento balneare può andare avanti praticamente a vita. E le rassicurazioni Giulio Tremonti, “le spiagge restano pubbliche”, non rassicurano ambientalisti e opposizioni che attaccano: “Svendono i litorali italiani”.
L’aspetto della semplificazione fiscale è forse però uno dei più importanti e, all’interno di questa, tornando alle novità pensate per non stressare e non invadere la privacy dei poveri onesti cittadini italiani, vediamo le altre innovazione introdotte. Il nuovo bon ton degli accessi prevede anche che la Guardia di Finanza d’ora in poi operi in borghese. Mentre saranno esclusi dalle nuove modalità di controllo i casi straordinari di verifiche per salute, giustizia ed emergenza, almeno quelli. Il coordinamento, poi, dei controlli effettuati a livello “substatale” (regioni, comuni e province) sarà affidato allo Sportello unico per le attività produttive, dove istituito, o alle Camere di commercio. Tra le altre novità c’è il raddoppio dai 10 milioni delle vecchie lire ai 10mila euro del valore dei beni di cui le imprese possono disfarsi, perché inutilizzati o obsoleti, per i quali sarà sufficiente ricorrere al semplice atto notorio. Per chi non ha denunciato poi le case fantasma entro il 1° maggio le sanzioni quadruplicate scatteranno dal prossimo 1° luglio. E trova conferma l’attenuazione del principio del “solve et repete”: in caso di richiesta di sospensione giudiziale degli atti esecutivi, non si procede all’esecuzione fino alla decisione del giudice e comunque fino al 120 giorno. Le misure di semplificazione fiscale prevedono inoltre l’innalzamento a 300 euro dell’importo per riepilogare in un solo documento le fatture ricevute nel mese. Tra le conferme, cade l’obbligo annuale per i contribuenti di comunicare al sostituto d’imposta l’aggiornamento dei carichi di famiglia per i quali si ha diritto a detrazioni, a condizione che ovviamente non siano variati rispetto all’anno precedente.
I benefici dovrebbero tradursi in minori oneri per cittadini e imprese. L’obiettivo è agire in via preventiva per evitare inutili duplicazioni, il cui impatto è vissuto dalle imprese come una sorta di inutile vessazione e anche tutelare la privacy dei contribuenti. Principi in linea di massima condivisibili, soprattutto in uno stato come l’Italia dove la burocrazia e la pubblica amministrazione sono soggetti elefantiaci nelle dimensioni e nella velocità di movimenti. Un paese dove spesso i vari uffici pubblici non sono coordinati tra loro e quindi dove lo stesso atto spesso si ripete.
Solo un dubbio rimane, chi ha pagato tutte le tasse, privato cittadino o grande azienda che sia, chi è in regola con il fisco, perché dovrebbe sentirsi vessato se sottoposto a controlli? Chi è a posto con la coscienza e con il fisco solitamente è ben felice di vedere che si fanno molti controlli perché questi non lo coglieranno mai in fallo e anzi smaschereranno chi fa il furbo? Più logico sarebbe, se semplificare è l’obiettivo, riorganizzare il mare magnum di tasse che grava sui contribuenti italiani, e non rendere i controlli meno invasivi e più soft. Sempre che semplificare sia l’obiettivo.