Secondo Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, la crisi della Grecia ha lanciato un messaggio all’Unione: rivedere il patto di stabilità e crescita e rafforzare il governo economico della Ue. In poche parole: dare più potere a Bruxelles che, quindi, non si può più limitare a osservare i bilanci pubblici dei paesi membri, ma deve avere un ruolo più incisivo, intervenendo attivamente attraverso riforme strutturali, perchè è questa lacuna ad aver causato la mancata crescita di alcuni paesi. Draghi ritiene che non ci sia alternativa al consolidamento fiscale per ristabilire la stabilità finanziaria.
E per quanto riguarda le misure messe in campo da Bce, Unione e Fondo monetario a salvaguardia dell’euro, ha detto: “Sono battaglie che bisogna combattere, non si vincono subito. Ora – ha spiegato – c’é la presenza della Bce che tende a riparare alcuni mercati che avevano smesso di funzionare per i titoli di alcuni Stati”.
Nonostante le misure stabilite dal vertice Ecofin, Draghi ha ricordato che i grandi squilibri della bilancia dei pagamenti “sono ancora con noi e i flussi lordi di capitale sono pronti ad espandersi negli anni a venire. La possibilità di un’improvvisa inversione negativa è alta, come dimostra la situazione in Grecia. Se si deteriorano le condizioni economiche e non avremo riformato il sistema finanziario dovremo affrontare il rischio di un rinnovato avvitamento verso il basso”.