STRASBURGO – ”Siamo in una situazione gravissima”: l’allarme viene da Mario Draghi, presidente della Bce, sentito dalla commissione parlamentare economico-finanziaria come presidente dell’autorità europea per i rischi sistemici. Trichet, predecessore di Draghi alla Banca Centrale Europea, aveva già parlato di dimensioni sistemiche per la crisi in atto. Ma “da allora la situazione è peggiorata”, ha aggiunto Draghi. È “vitale”, ha spiegato, che le decisioni prese dai leader europei sui fondi salva-Stati siano attuate “tempestivamente e completamente”.
L’ex presidente della Banca d’Italia ha commentato i downgrade di Standard & Poor’s: “Dobbiamo imparare farne a meno. Bisogna vivere non senza di loro, ma con loro, dando un potere molto più limitato di quello che hanno attualmente”.
La Standard & Poor’s nel frattempo ha tagliato anche il rating dell’European Financial Stability Facility (Efsf, o fondo salva Stati) a AA+ da AAA, dopo l’ondata di downgrade di paesi europei decisa venerdì scorso. Ora l’Efsf potrà mantenere la stessa capacità di fuoco solo se ”i Paesi con la tripla A aumenteranno i loro contributi”, è la risposta data dal presidente della Bce Mario Draghi sul declassamento del fondo salva-Stati Efsf deciso oggi da S&P. L’alternativa a questo scenario, per Draghi, sono prestiti più cari.
Uno dei manager di punta dell’agenzia di rating, Moritz Kraemer, ha poi annunciato a Bloomberg Tv le sue stime a proposito del Paese in questo momento in maggiore difficoltà: “La Grecia fallirà molto presto. Non posso dire se vi sarà una via d’uscita al termine di questo ciclo di negoziati molto serrato. C’è un tema di politica del rischio calcolato e un default disordinato avrebbe effetti su altri Paesi, ma credo che i leader politici vorranno evitarlo. Il gioco resta aperto”.
