«Germogli di ripresa» in vista per l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, convinto che entro i prossimi 6-9 mesi il Paese uscirà definitivamente dalla crisi. E che il prezzo del petrolio nei prossimi sei mesi non supererà gli 80 dollari al barile.
«L’autunno sarà ancora difficile ma il Paese ha i mezzi per farcela. Tuttavia – ha spiegato Scaroni intervenendo a Cortina InContra in un dibattito con Lorenzo Bini Smaghi del Comitato esecutivo della Bce e Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat – vi sono una serie di indizi che mostrano che siamo vicini ad una ripresa».
Indizi che il top-manager dell’Eni individua nell’ultimo bollettino di Bankitalia dove si afferma che «la caduta della produzione industriale si è arrestata in primavera e che i sondaggi d’opinione presso le imprese e le famiglie disegnano oggi un quadro di minore pessimismo». L’indice Nielsen, che misura la fiducia dei consumatori, «è aumentato di qualche punto rispetto a marzo. E poi – ha proseguito Scaroni – vi sono altri indicatori internazionali come per esempio il mercato immobiliare americano in crescita, quello inglese che ha visto a luglio un rialzo dell’1,3 per cento, registrando il terzo aumento mensile consecutivo».
La Cina, l’Indonesia, la Corea del Sud e il Giappone che registrano una crescita del Pil del 10 per cento su base annua. E poi, ha commentato Scaroni, «a prescindere da questi germogli di ripresa l’esperienza ci dice che quando il costo del denaro e’ basso, la liquidità in aumento e il costo dell’energia rimane piuttosto contenuto, il tempo tende a volgere al bello».