«In prospettiva la disoccupazione sarà il problema più grosso e per questo dovremo lavorare, già da ora, per proteggere chi ha perso il lavoro, magari trasferendo un pò di risorse dalla cassa integrazione all’indennità di disoccupazione che da noi è onestamente inesistente». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Gugliemo Epifani, ospite di ‘Mattino 5’, ribadendo che «avremo davanti 3 anni di ripresina senza occupazione, un periodo in cui aumenteranno mediamente tutti i tassi di disoccupazione: quello giovanile, quello meridionale e quello medio del Paese».
Alla domanda se, in nome della “salute economica pubblica”del Paese la Cgil darebbe mai il suo placet ad un progetto come quello del premier spagnolo Zapatero che prevede un taglio del 5% degli stipendi pubblici, il segretario generale della Cgl ha risposto che «ci sono due condizioni che vengono prima. Se c’é una situazione sociale pesante io chiedo prima al governo di fermare tutti i provvedimenti legislativi che riducono i diritti sul lavoro, a partire dall’arbitrato per finire al diritto di sciopero. Se si chiede responsabilità al pubblico impiego – ha chiarito – almeno si dia la possibilità di sistemare i precari nel pubblico impiego e soprattutto nella scuola».
Epifani ha anche ricordato che «in Italia le retribuzioni nette sono tra le più basse d’Europa per due motivi: per carico fiscale e contributivo, che da noi è mediamente più alto, e per la politica di contenimento salariale avviata a inizio degli anni Novanta a cui non si è posto rimedio. Per questo occorre intervenire sul prelievo fiscale. In attesa della grande riforma si potrebbe dare una risposta intanto riducendo, attraverso le detrazioni, il prelievo sul salario e sulla pensione».
Per Epifani esiste anche« il problema della disoccupazione intellettuale: se noi blocchiamo per 2-3 anni il turn over, migliaia di laureati e diplomati, soprattutto nel Mezzogiorno, non troveranno più lavoro. Ecco perché io chiedo di investire nella scuola e nell’università. Investendo si può aprire il turn over nella scuola e nell’istruzione non dico per sempre ma almeno per un triennio».
Infine alla domanda se, oggi come oggi, la Cgil rappresenta l’unica forza di opposizione nel Paese, ha replicato a Maurizio Belpietro che lo intervistava: «Noi siamo solo un’organizzazione sindacale, anche se molti fatti ci hanno dato ragione. Avevamo detto che la crisi sarebbe stata pesante, che c’era bisogno di stimoli e Confindustria ha detto la stessa cosa nell’assise a Parma. Abbiamo sempre detto che davanti ad una situazione difficile noi siamo pronti a fare la nostra parte ma vogliamo stimoli: l’unica cosa che non possiamo accettare è che si tagliano i salari, si blocchi il turn over, non si risolva la questione del precariato e si limitino anche i diritti dei lavoratori. Questo è onestamente troppo».