ROMA – Dei tagli sui costi della politica sarà lo stesso Parlamento a prendersene carico, per ora gli stipendi degli onorevoli sono salvi. Le liberalizzazioni dei taxi non entrano nella manovra, quelle delle farmacie andranno in vigore da subito, mentre per tutte le altre si dovrà aspettare il 2013. Su pensioni e nuova Ici le modifiche non sono state ancora depositate. Dopo una mediazione notturna sono arrivati in Commissione Bilancio della Camera gli emendamenti del governo Monti al decreto salva-Italia . Ora l’iter parlamentare si appresta a viaggiare velocemente fino alla sua approvazione: discussione oggi e domani consegna dell’esame dei provvedimenti all’Aula per un voto di fiducia entro la settimana. La settimana prossima tocca al Senato in modo che prima di Natale il decreto sia convertito definitivamente.
Tagli ai parlamentari. Il governo ha presentato un emendamento che elimina la scadenza del 31 dicembre per le decurtazioni degli stipendi dei parlamentari (con l’aggiunta dei governatori, sindaci, consiglieri a vari livelli). Il governo aveva fissato al 31 dicembre la data limite per approntare i tagli: anche senza aspettare i risultati dell’indagine esplorativa della Commissione affidata al presidente dell’Istat per equiparare gli stipendi dei politici italiani alla media europea. Ora quel limite non c’è più e il governo non delibererà sui tagli lasciando la palla al Parlamento stesso.
Liberalizzazioni. La timida apertura nel mercato dei taxi, subito contestata dalle associazioni di categoria, non fa parte del pacchetto complessivo delle liberalizzazioni. Si trattava dell’eliminazione del “vincolo territoriale”, cioè della possibilità per un titolare di licenza di effettuare corse in una città diversa da quella dove svolge la sua attività. Tuttavia, il dossier verrà riaperto nei prossimi mesi. Che includerà, “entro sei mesi dalla entrata in vigore” della manovra, i servizi di mobilità urbana, dunque anche i taxi, nell’ambito delle più ampie “disposizioni volte a realizzare una compiuta liberalizzazione e una efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture”. Sarà interessato, cioè, l’intero settore dei trasporti, non circoscritto solo a ferrovie, aeroporti e trasporto marittimo. Delle liberalizzazioni delle attività economiche in genere, sarà esecutiva da subito solo quella delle farmacie: sarà consentita la vendita dei farmaci di fascia C per i quali è richiesta la ricetta medica, anche nelle parafarmacie e nei supermercati. Negozi, orari ecc… dovranno aspettare un anno. Nel 2013 partirà l’imposizione di distanze minime per l’apertura di esercizi e il divieto di aprirli in più sedi; la limitazione dell’esercizio di una attività economica ad alcune categorie o il divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di alcuni prodotti.
Equitalia. ia libera all’emendamento che allunga di 72 mesi (6 anni) la possibilità di pagare le rate a Equitalia. Si modifica la norma sul massimo scoperto e si affida direttamente al proprietario (e non ad Equitalia) la vendita degli immobili su cui grava un’ipoteca. L’incasso va ad Equitalia che storna la parte maggiore rispetto al debito allo stesso proprietario. Aiuti arrivano anche per le aziende in ‘crisi’ di liquidità che potranno contare su un’ulteriore proroga di 72 mesi per i pagamenti a Equitalia. Infine non passa la dicitura ”quoziente familiare” nella definizione della nuova Isee previsto nella manovra, ma l’indicatore terrà comunque conto dei figli, specie dal terzo in poi e delle persone disabili presenti in famiglia.
Cash e carte elettroniche. Un emendamento della Lega porta a 1.000 euro il limite per il pagamento cash risolvendo così il problema dei pensionati che viceversa sarebbero stati costretti a dotarsi di carta elettronica. E sempre sui pagamenti un altro emendamento, sempre del Carroccio, porta ad un massimo dell’1,5% la commissione che le banche possono chiedere ai commercianti in caso di pagamento elettronico.
