Il problema è che la procedura di “autotutela” permette di annullare solo gli atti amministrativi, cioè le delibere delle Giunte e dei Consigli. Non i contratti derivati: questi ultimi vivono autonomamente e sono sottoposti in via esclusiva alla legge inglese. A dichiararli inefficaci, quindi, dovrebbe essere l’Alta corte di giustizia inglese. Ma intanto il giudizio del Consiglio di Stato potrebbe portare avanti e legittimare la battaglia degli enti locali contro i derivati.
Gli antesignani di questa lotta sono stati i comuni di Novara, Acqui Terme e tre piccole città umbre (Panicale, Marsciano e Bettona). Hanno annullato le delibere sui derivati e poi si sono accordati con le banche (Bnp Paribas e UniCredit) che hanno accettato di annullare tutto, per cui la vicenda si è chiusa con la restituzione dei flussi di denaro e con una stretta di mano. A Pisa la situazione è ben diversa: in questo caso le banche Dexia e Depfa hanno fatto ricorso al Tar. Il quale ha dato per certi versi ragione alla Provincia e per certi altri alle banche. Da un lato ha stabilito che effettivamente c’era “l’interesse pubblico” ad annullare gli atti amministrativi. Dall’altro ha però negato che questo provochi l’automatica caduta anche del contratto derivato sottostante: morte le delibere, restano dunque in vita i derivati.
Se il Consiglio dovesse decretare l’automatico annullamento dei contratti derivati, per gli Enti locali si aprirebbe una porta enorme: tanti tenteranno questa strada. Dopo Pisa ci stanno già pensando Firenze, Verona, la regione Toscana e il Piemonte. Firenze ha deciso di annullare in autotutela le delibere con cui aveva sottoscritto i derivati con Merrill Lynch, Ubs e Dexia e ha deciso di non pagare più le rate. Anche la regione Toscana ha ingaggiato una battaglia più o meno con le stesse banche: Merrill Lynch, Ubs e Deutsche Bank. La regione Piemonte, invece, non ha ancora deciso se ingaggiare la battaglia sui derivati. Nel caso se la vedrebbe, oltre che con Merrill Lynch e Dexia, anche con Intesa Sanpaolo.