Fino a qui nessuno scalpore. Casi di scappatelle extraconiugali nascoste e di rivendicazioni di figli illegittimi si rintracciano nella storia di tutte le grandi famiglie, specie se parliamo di una delle cinque più importanti di Francia. Se non fosse che Rouchon, a conferma delle sue parole, porta come prove una tra le varie lettere scritte a mano indirizzate a sua madre, in cui Patrice Michelin confessa di aver ucciso la moglie con un colpo di fucile.
E’ il 1960, Patrice e la prima moglie, Nicole Bardi, sono usciti per una partita di caccia. Un colpo parte dal fucile di Patrice, per la donna non c’è niente da fare. Per quello che fino a poco tempo fa era stato giudicato un incidente, il rampollo Michelin è stato processato per omicidio volontario, ma ne è uscito scontando solo 35 giorni di carcere e pagando una multa di duemila franchi (circa trecento euro di oggi). Quella pallottola, ha scritto Patrice nella lettera, lo ha “liberato”. “La giustizia ha stabilito che si trattava di un incidente di caccia… sono felice di averli portati verso questa conclusione”.
Patrice è morto nel 2006. Ora il suo presunto figlio illegittimo, Jean-Philippe Rouchon, rivendica l’appartenenza alla famiglia Michelin. E a parte della sua ricchezza. “Tutti i Michelin hanno una rendita. Perché io non dovrei averne diritto? Se c’è un’eredità che mi spetta l’accetterò”.
Un filo lega i componenti della famiglia Michelin, un filo che sembra tessuto dal fato avverso e che ne oscura l’apparente felicità, un filo di morte tragica e precoce. Tragicamente morirono i figli del fondatore Édouard Michelin, Etienne e Pierre, il primo in un incidente aereo nel 1932 e il secondo in uno scontro automobilistico cinque anni più tardi. Poi arrivò la guerra che si portò via il padre di Patrice, Marcel, ucciso a Buchenwald in un campo di concentramento, e suo fratello maggiore Jean Pierre, morto in Corsica durante la Resistenza.
Il 1949 è segnato da ben due tragedie: Jean Luc Michelin, nipote dell’altro fondatore, André, muore in un incidente d’auto insieme con i suoi figli e la balia. Lo stesso anno il fratello di Jean Luc, Daniel, schiaccia e uccide con la macchina il figlio di due anni durante una manovra. Poi è la volta di Nicole Bardi e, infine, l’incidente in mare di Édouard.
Una successione impressionante, un elenco che fa rimpicciolire ogni possibile traguardo economico raggiunto dal Gruppo. Con la perdita del vertice dell’azienda, la speranza è, come recita il famoso slogan ideato da André Michelin, che il pneumatico riesca, ancora una volta, a bere l’ostacolo.
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