ROMA – Per le bollette degli italiani si profila il rischio di una ”stangata rinnovabili” per effetto di ”un sistema di incentivi, fra i più profittevoli al mondo, con un impatto crescente in bolletta: dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a 5,7 miliardi di euro”. E’ la denuncia che arriva dall’Autorità per l’energia nella Relazione sullo stato del mercato nazionale dell’elettricità e del gas inviata al Parlamento.
Dal 2001 ad oggi, evidenzia l’Authority, gli italiani hanno pagato oltre 23 miliardi di euro in bolletta per il sistema Cip 6 (a sostegno alle fonti rinnovabili e assimilate) e, nonostante la prevista risoluzione anticipata delle convenzioni, i costi potrebbero nuovamente aumentare per effetto di recenti leggi che hanno riconosciuto incentivi Cip 6 anche agli impianti alimentati da rifiuti.
Nel 2010 il Cip 6, con esclusivo riferimento alle fonti rinnovabili, ha comportato un onere di 0,78 miliardi di euro. Se ad esse si sommano le fonti assimilate, il costo complessivo scaricato in bolletta è stato pari a circa 1,8 miliardi di euro.
Ad appesantire le future bollette vi è poi il possibile raddoppio dei costi a 1,6 milioni di euro legati all’eccesso di offerta di certificati verdi e alla crescita esponenziale degli incentivi al fotovoltaico (aumentati da 300 milioni di euro del 2009 a 826 milioni nel 2010), e l’eventualità di triplicare nel 2011.
Infatti, secondo le migliori stime ad oggi possibili, se tutti gli impianti che sono stati dichiarati terminati entrassero realmente in esercizio entro il 30 giugno 2011, in Italia potrebbero esserci a quella data 180.000 impianti fotovoltaici, con una potenza installata di 6.500 MW, una producibilità di 8 TWh e un conseguente costo per il sistema elettrico prossimo ai 3 miliardi di euro su base annua.
Se a questi impianti, prosegue l’Autorità, si aggiungessero i 3.000 MW preventivati con il decreto 6 agosto 2010, l’obiettivo nazionale al 2020 per il fotovoltaico verrebbe raggiunto già nel 2013, con 7 anni di anticipo e a costi molto più elevati per il sistema, sulla base di tecnologie più costose e meno efficienti rispetto a quelle che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni.
Per questo, secondo l’Authority, ”i sistemi di incentivazione e i relativi oneri di sistema in bolletta dovrebbero essere definiti e dimensionati con criteri di massima efficienza, e secondo livelli di sicura sostenibilità”.