TORINO – Nessun lavoratore a casa, nessun licenziamento e reintegrazione dei cassaintegrati. Il piano industriale di Fiat-Chrysler presentato martedì 6 ,aggop da Sergio Marchionne piace ai sindacati ma non alle Borse. Giovedì il titolo è crollato a Piazza Affari: in apertura di seduta segnava un calo del 6%, in chiusura è precipitato a meno 11,69%, e mandando in fumo 1,24 miliardi di euro di capitalizzazione. Il titolo, che aveva corso molto nelle ultime settimane e si era portato ai massimi degli ultimi sette anni, paga i dubbi del mercato sul fatto che possano venir centrati gli obiettivi del piano al 2018.
“Non manderemo a casa nessun lavoratore”, ha detto Marchionne, annunciando il pieno utilizzo della struttura di Pomigliano, la produzione di Jeep a Melfi, nuovi investimenti per Mirafiori, Grugliasco e Cassino. Nel piano 2014-2018 di Fiat-Chrysler sono previsti investimenti per 10 miliardi. Segnali molto positivi arrivano in particolare dagli investimenti previsti sui marchi Alfa Romeo e Maserati.
S’intravede la fine del tunnel dopo la lunga cassa integrazione che ha colpito gran parte dei lavoratori del gruppo, a partire da Mirafiori. A Melfi, è previsto nel piano, verranno prodotte 200.000 Jeep nel 2018. Pomigliano, ha assicurato Marchionne, sarà completamente utilizzato.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha commentato:
“Quando un’impresa decide e propone di fare investimenti e lavorare in Italia, dopo una discussione lunga sul fatto che questa impresa sarebbe o non sarebbe rimasta un protagonista industriale, di certo è un segnale positivo”.
A Detroit mancano la Fiom e la Cgil, i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Ci sono però i principali esponenti dei sindacati metalmeccanici che ci tengono tutti a ricordare il positivo effetto degli accordi firmati con il Lingotto, a partire da quello di Pomigliano, con Giuseppe Farina che ha dichiarato:
“Oggi si è chiuso un cerchio di un’azione sindacale responsabile e possiamo guardare positivamente al futuro”.
Il segretario nazionale Fim, Ferdinando Ulia, ha aggiunto:
“Siamo riusciti a difendere l’occupazione e gli stabilimenti e creare le condizioni per portare investimenti nel nostro Paese”.
Eros Panicali, segretario nazionale Uilm, ha commentato:
“Si è aperta davvero una nuova fase fatta di investimenti globali a livello internazionale e specifici per l’Italia che lasciano ben sperare. Il piano assicura almeno 10 miliardi di euro solo per l’Italia”.