ROMA – La FiatĀ nel terzo trimestre del 2012 ha segnato ricavi sopra le attese, per 83 miliardi di euro. L’utile netto ĆØ di 286 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto all’analogo periodo del 2011. I veicoli venduti nel terzo trimestre sono stati oltre 1 milione,Ā con un incremento dell’11% rispetto allo stesso periodo 2011. Il Lingotto ritiene di raggiungere il pareggio delle attivitĆ europee solo nel 2015.2016, quindi ci saranno ancora due anni neri però rilancia sull’Italia annunciando che non chiuderĆ gli impianti: “Per gli impianti italiani saranno sviluppati interventi entro i prossimi 24-36 mesi”, si legge in alcune slide presentate in conference call.
Tornando ai ricavi, l’utile della gestione ordinaria di Fiat ĆØ pari nel terzo trimestre a 951 milioni di euro, contro gli 851 nel terzo trimestre 2011, grazie agli andamenti particolarmente positivi in Nafta, Latam e Apac, mentre per Emea il risultato ĆØ negativo di 238 milioni di euro.
I ricavi sono aumentati del 16% rispetto al terzo trimestre 2011 per effetto della forte crescita dei volumi nelle regioni Nafta, Latam e Apac. Questi ultimi hanno più che compensato la diminuzione in Emea ”che risente del perdurante deterioramento delle condizioni del mercato, particolarmente severo in Italia”.
Ora si attende il piano industriale di Sergio Marchionne sul futuro degli impianti italiani, mentre il mercato dell’auto peggiora e la Ford chiude due impianti in Gran Bretagna ed uno in Belgio causa crisi.
La previsioni degli analisti, di cui ha scritto il Sole 24 Ore scrive, si sono rivelate più basse di quanto registrato dai dati Fiat diffusi la mattina del 30 ottobre:
“Le ultime previsioni degli analisti evidenziano una media per l’utile netto di 250 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 112 milioni dello stesso periodo del 2011 (la forchetta ĆØ tra i 145 e i 330 milioni). Lo stesso presidente di Fiat, John Elkann, ha confermato che Ā«per il 2012 confermiamo i risultati che sono in linea con quanto detto e che sono buoni risultatiĀ»”.
I sindacati, scrive il Sole 24 Ore, vogliono sapere da Marchionne il futuro degli stabilimenti italiani:
Ā«Ci aspettiamo che nell’incontro Marchionne ci dica che utilizzerĆ tutte le potenzialitĆ di Mirafiori e degli altri stabilimenti italiani per quei mercati che oggi vanno bene, come il Nord America – attacca il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni – che la Fiat ci dica che cosa ha intenzione di fare, quale sarĆ la mission delle diverse fabbriche e che metterĆ mano all’innovazione per essere pronti quando il mercato si riprenderĆ Ā».
Maurizio Landini, il segretario della Fiom, ha detto : “C’ĆØ bisogno di nuovi modelli, gli investimenti vanno fatti adesso. Se la situazione non cambia ĆØ a rischio la produzione di auto nel nostro Paese. Di annunci ne sono stati fatti tanti, sarebbe ora di avere finalmente atti concreti. Altrimenti – spiega Landini – saremo di fronte a un giĆ definito progetto di progressivo depotenziamento della produzione nel nostro Paese. La Fiat dice che vuole restare in Italia ma a Pomigliano non fa rientrare i lavoratori e ricorre alla cassa integrazione”.
Ma Marchionne, sottolinea il Sole 24 ore, ha puntato il dito contro capacitĆ produttiva in Europa che ĆØ “eccessiva e insostenibile”:
“Il manager invita cosƬ i leader del Vecchio Continente ad azioni coraggiose per seguire l’esempio degli Stati Uniti, che hanno approfittato della crisi per rendere il comparto più flessibile e capace di sopravvivere alle difficoltĆ . Occorre cosƬ qualcuno che Ā«controlli il processo di avvicinare l’offerta alla domanda prima dell’emersione di di risposte nazionalisticheĀ» e questo compito spetta all’Unione Europea”.
Il Sole 24 ore fa i “conti in tasca” alla Fiat:
“Secondo le stime degli analisti, Fiat dovrĆ comunque rivedere gli obiettivi dei prossimi anni in modo drastico rispetto al piano industriale 2010, a causa della crisi finanziaria che ha colpito la zona euro, con le previsioni sul fatturato 2014 che scendono a 88,7 da 104 miliardi. Secondo la media delle previsioni raccolte da Thomson Reuters IBES con le elaborazioni di 12 analisti, il fatturato 2012 ĆØ atteso a 81,3 miliardi, sopra le attese, e l’utile a 3,7 miliardi, quindi leggermente sotto le previsioni. I ricavi 2013 sono previsti a 84,5 miliardi da 97 miliardi del piano 2010, quello 2014 a 88,7 miliardi da 104”.
Intanto la Ford chiude tre impianti in Europa:
“Ford ridurrĆ la propria capacitĆ produttiva in Europa, esclusa quella in Russia, del 18% con 355mila vetture in meno e punterĆ a risparmi annui compresi tra 450 e 500 milioni di dollari. Ć il piano per fronteggiare la crisi europea annunciato dalla casa di Detroit, che ufficializza anche la chiusura di due impianti in Gran Bretagna, quello per il montaggio a Southampton, e quello per gli stampaggi e le lavorazioni meccaniche a Dagenham, oltre alla fabbrica di Genk, in Belgio, che verrĆ chiusa a fine 2014 (ma tutto ciò ĆØ Ā«sottoposto al completamento degli accordi con i rappresentanti dei dipendentiĀ»). I tre stabilimenti destinati alla chiusura occupano oggi 5.700 salariati. I tagli verranno accompagnati dal lancio di nuovi 15 modelli globali”.
