ROMA – Ennesimo round tra Elsa Fornero e i sindacati: sul ring si gioca ancora una volta il match sulla riforma del lavoro. Tutti hanno fatto la “faccia cattiva” e hanno “mostrato i muscoli”: Mario Monti, la stessa Fornero e Silvio Berlusconi hanno detto chiaramente che, anche senza intesa, la coalizione che sostiene il governo andrà avanti. I sindacati non hanno intenzione di cedere. Pier Luigi Bersani, all’ultimo, si è smarcato dal governo e ha abbracciato la linea dura del trio Camusso-Bonanni-Angeletti.
Monti ha espresso ancora una volta la propria posizione durante l’incontro con il premier spagnolo Mariano Rajoy: “Se l’Italia vuole essere competitiva non può mantenere leggi che sono ostacolo alla flessibilità ” e ha definito la riforma del mercato del lavoro in cantiere in Italia “fondamentale per la crescita”.
“Sono molto positivamente impressionato dalla sua riforma del sistema bancario e del mercato lavoro: sono provvedimenti cruciali – ha affermato Monti – che vanno nella giusta direzione”. Per questo “ho suggerito di attivare un contatto diretto tra i ministri tecnici per uno scambio di idee sul mercato del lavoro. Abbiamo molto da imparare l’uno dall’altro benché le sfide sul mercato del lavoro non siano esattamente le stesse”.
Il segretario democratico Bersani ha cambiato più volte idea: dopo aver sempre garantito l’appoggio al governo, il 21 febbraio ha tentato di legarsi alle posizioni sindacali: Il 23 è però tornato sui propri passi ancora una volta: “C’è un patto di lealtà che non verrà meno e che deve durare fino alla fine della legislatura”. Sembra quasi voler dir: “Non sono d’accordo in toto col governo, ma non lo faremo cadere noi”.
Da parte sua, la Fornero si era detta pronta ad andare avanti “anche senza il Pd”.
La replica di Bersani: “Ho ribadito quel che dico da giorni. Un paese in recessione deve costruire corresponsabilità per fare le riforme. Il governo deve fare ogni sforzo per un accordo e credo che Monti mi abbia compreso”.