
ROMA – Isee anti-furbetti: casa aggiornata all’Imu e redditi, le nuove franchigie. Mai più dovrà succedere che che un iscritto all’Università benefici di sconti sulla retta mentre si presenta in facoltà con la Ferrari del papi (è solo l’ultimo degli scandali segnalati): insiste su questo punto Enrico Letta in sede di presentazione del nuovo Isee, l’indicatore di ricchezza riformato attraverso un decreto ad hoc. Nel nuovo Isee peseranno di più la casa e il patrimonio: su conti e titoli la franchigia di base scende da 15.494 euro a 10 mila euro ma con bonus per i figli.
Ma soprattutto, a conferma che in qualche modo si è rotto il patto fiduciario Stato-cittadini, lo spazio di auto-certificazione si è ampiamente ristretto. E’ l’amministrazione che misura la ricchezza incrociando i dati in suo possesso: per dire, l’80% dei richiedenti dichiara di non avere né un conto né un libretto di risparmio mentre per la Banca d’Italia il 90,1% delle famiglie ha un deposito bancario o postale e anche nella fascia più povera il 70% ha un dossier aperto.
La casa pesa di più. E’ un effetto automatico della rivalutazione del valore catastale degli immobili ai fini Imu, più alto di quello Ici su cui era fondato il calcolo ai fini Isee. Se un appartamento valeva 100 mila euro in termini di valore Ici, oggi, rivalutato a 160 mila euro ai fini Imu, vede aumentare il proprio valore Isee del 53,4%: la differenza è che la franchigia finale sale a 14.883 euro rispetto ai 9.671 pre-riforma Isee. Dai calcoli del riccometro Isee va sottratto il debito residuo di chi ha contratto un mutuo. Sotto i 52.500 euro (+2500 euro per figlio) il valore della casa esce dai parametri per accedere alle agevolazioni previste dall’Isee.
Patrimonio. Il patrimonio mobiliare peserà di più: la vecchia franchigia viene portata da 15.494 euro a 10 mila più mille euro per ogni figlio. Importante la dichiarazione del ministro del Lavoro Enrico Giovannini: l’Isee terrà conto di “tutte le forme di reddito, persino quelle fiscalmente esenti”. In generale il reddito viene considerato integralmente, compresi i redditi tassati con imposte sostitutive come il Tfr, e quelli esenti come gli assegni assistenziali o le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento.
Disoccupazione e cig. In caso di perdita del lavoro o di cassa integrazione, ma comunque di una riduzione del reddito superiore al 25%, sarà possibile aggiornare il proprio Isee. In una situazione di crisi, sottolinea il ministero del lavoro, la condizione delle persone può cambiare rapidamente. Quindi sarà possibile calcolare un’Isee ”corrente”, riferito a un periodo di tempo più ravvicinato rispetto al normale (reddito dell’ultima dichiarazione che si riferisce all’anno precedente).
