ROMA – “L’Italia è una repubblica delle banane che non è mai dipesa troppo dai capitali esteri nel passato. Ma ora che ne ha bisogno i mercati non sono più disposti a perdonarla”. Così la pensa Daniel Gros, direttore del Center for European Policy Studies: le sue affermazioni sono state raccolte dal New York Times, in un articolo dedicato alla critica situazione dell’economia italiana oggetto della speculazione internazionale che scommette su un suo default finanziario. Non è nuova l’accusa al nostro Paese di contare poco sullo scacchiere internazionale unita al giudizio davvero poco lusinghiero alla nostra classe dirigente, politica ed economica. Pesano indubbie tare nazionali e un pregiudizio diffuso duro a morire. Tuttavia l’assunto in sé, nella sua schiettezza, è interessante. Fosse una società quotata, all’Italia servirebbe immediatamente un aumento di capitale. Per invertire la tendenza consolidata della crescita zero ha bisogno di un’iniezione di capitali, ma gli investitori stranieri, per tante ottime ragioni, latitano.
Intanto, per salvare il salvabile, forse sarà sufficiente attenersi scrupolosamente all’ordine spacciato per invito della Merkel: “Fate la manovra, fatela subito”. Dal gabinetto di crisi dell’Unione Europea sono poi giunte altre raccomandazioni a Tremonti, stavolta in inglese: “Privatizzate, liberalizzate”. Insomma per uscire dalla crisi le soluzioni esistono, ma sembra che non possano essere pronunciate in italiano. La sensazione è che la politica nazionale sia impotente a governare processi d’ordine globale e debba essere etero-diretta. Possiamo tosare la pecora Italia fino alla pelle ma se non ricominciamo a correre la pecora stramazzerà lo stesso. Per trovare i soldi saremo costretti a vendere i gioielli di famiglia. Quindi privatizzare, privatizzare, privatizzare: solo allora i generosi investitori stranieri non faranno più caso alle lunghezze burocratiche, al deficit di infrastrutture, alla giustizia lumaca, alle cosche criminali. Quando si saranno portati via a prezzi stracciati i migliori bocconi dello spezzatino Eni, Fimeccanica, Enel non saremo più una repubblica delle banane.
