MILANO – Aumentare l’Iva, uniformandola in tutti i campi al 20%, e imporre una tassa patrimoniale “minima”. Sono due delle proposte di Assonime (associazione delle società italiane per azioni) per riformare il fisco in modo da poter alleggerire la pressione su imprese e sul lavoro.
Le proposte sono state presentate, alla biennale di Assonime, dal presidente Luigi Abete. E sono proposte che non mancheranno di far discutere. Con questi “aggiustamenti”, infatti, secondo Abete, lo Stato incasserebbe circa 50 miliardi di euro in più, 40 dall’Iva, 9 dalla patrimoniale, presentata da Assonime come “aliquota dell1 x mille su attività patrimoniali delle persone fisiche” e 1 da una tassazione uniforme delle rendite finanziarie.
Incassati i 50 milioni, secondo Assonime, lo Stato potrebbe procedere agli sconti a imprese e famiglie meno abbienti: 12 miliardi spesi per ridurre al 20% l’aliquota Ire, 8 miliardi cash per sostenere le famiglie meno abbienti, 15 miliardi per sostegno ai disoccupati e 12 per ridurre l’aliquota “bassa” dal 23 al 20%.