ROMA – Dopo la lettera all’Ue si รจ parlato e scritto di nuove regole per i licenziamenti “per motivi economici”. Ma รจ veramente quello che Bruxelles ha chiesto nella missiva inviata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il 5 agosto scorso? I governi e le istituzioni europee hanno imposto al nostro Esecutivo di eliminare dalla legislazione la possibilitร di reintegrare il lavoratore ingiustamente licenziato. Al posto del rientro al lavoro, stabilito dal giudice, arriverร un risarcimento economico, come avviene un poโ in tutta Europa e come giร รจ previsto per i lavoratori delle piccole imprese italiane.
Non รจ quindi vero che Europa e Bce avevano chiesto i licenziamenti nella versione “minaccia”. La Bce, lo ha spiegato Mario Draghi, ha chiesto altro: contratti di lavoro per chi inizia a lavorare stabili e non piรน a tempo determinato ma contratti che contengano anche minori garanzie sulla eternitร e immobilitร del posto di lavoro. Insomma meno precarietร sposata con fine del posto fisso. Un modo per poter assumere, perchรฉ le aziende possano assumere senza sposare a vita il nuovo lavoratore.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, conosce i paletti messi dallโEuropa, convinta, come peraltro lo stesso Fondo monetario internazionale, che il recente accordo tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil abbia fortemente annacquato lโarticolo 8 della manovra economica. Il quale attraverso il meccanismo delle “deroghe” ai contratti nazionali puntava proprio ad aggirare non solo lโarticolo 18 ma, potenzialmente, tutto lo Statuto dei lavoratori. Un disegno di legge sui licenziamenti dovrebbe essere pronto entro la fine di questโanno per poter immaginare che la riforma entri in vigore a maggio del 2012.
Ma la riforma dellโarticolo 18 era giร finita in un binario morto in Parlamento nel 2002 dopo lo scontro durissimo tra il governo (anche allora guidato da Berlusconi e con Sacconi sottosegretario al Lavoro) e la Cgil di Sergio Cofferati. Ora, con il vincolo esterno europeo, si riapre la partita. La Confindustria รจ dโaccordo. Tutti i sindacati hanno detto per ora di no. Sacconi ha chiesto ai suoi tecnici di esaminare sulla base dellโesperienza tutto ciรฒ che puรฒ “fluidificare” i licenziamenti economici collettivi. Attualmente la legge che disciplina i licenziamenti collettivi per motivi economici รจ la 223 del 1991. Legge che nessuno ha chiesto di modificare: nรฉ le imprese, nรฉ i sindacati. Il perno della legge รจ lโaccordo tra le parti che permette lโaccesso ai vari ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione alla mobilitร piรน o meno lunga.
