NEW YORK – Bernard Madoff difende la sua famiglia, ma attacca le banche che ”non potevano non sapere” della truffa. Nella sua prima intervista dal cercare rilasciata al New York Times il finanziere di Wall Street racconta: ”Leggo ora che erano più sospettose di quanto avevo realizzato”, sottolineando che non aveva mai pensato che la maxi truffa da 65 miliardi di dollari avrebbe potuto avere conseguenze pesanti per la famiglia.
Uno dei figli di Madoff, Mark, si è tolto la vita. Al funerale Madoff non ha partecipato ma non – mette in evidenza – perche’ non voleva: sapeva che gli sarebbe stata negata la richiesta per modtivi di sicurezza e che sarebbe stato un ”circo mediatico” ”crudele per la sua famiglia”.
Madoff, scrive il New York Times, appare ”visibilmente più magro, fragile e più agitato rispetto alla stoica calma mantenuta prima della sua incarcerazione”.
”In molti versi sembra però sempre lo stesso” soprattutto quando parla delle banche. ”Non potevano non sapere. Il loro atteggiamento era tipo: se fai qualcosa di sbagliato, noi non vogliamo saperlo”. Madoff non fa il nome né di una banca né di un hedge fund, e si limita a dire che erano in qualche modo ”complici” anche per una mancanza di normale condotta di scrutinio delle sue attività . Madoff, che occupa la sua cella di 12 piedi quadrati con un compagno, il secondo da quando è in carcere, sta collaborando con il curatore della liquidazione della sua società , Irving Picard, per cercare di recuperare parte dei fondi da distribuire alle vittime della truffa.
Picard ha avviato azioni legali nei confronti di varie banche. A JPMorgan Picard chiede 6,4 miliardi di dollari e l’accusa di truffa: l’istiutto – secodno Picard – ha ignorato o rigettato i sgenali della truffa anche se alcuni manager aveavno espresso perplessita’ sulla legittimita’ degli investimenti Madoff. Picard ha chiesto a Ubs 2 miliardi di dollari, contestandole 23 capi di accusa per frode finanziaria a cattiva condotta.
