
Il governo italiano ha un debito di 400 milioni di euro con la Fiat. E l’amministratore delegato della casa automobilistica, Sergio Marchionne, annuncia che il passivo dovrà essere saldato «entro fine anno».
Lo Stato si è indebitato per il meccanismo del credito di imposta nell’ambito del programma degli incentivi al settore auto: per esempio, se il governo istituisce degli incentivi statali sulle rottamazioni, i soldi vengono anticipati dalle concessionarie.
Il Gruppo Fiat ha in mano il 33% del mercato italiano, una percentuale che sale se si considerano le vendite di vetture con incentivi: il debito complessivo del governo con l’azienda automobilistica potrebbe quindi ammontare ad oltre un miliardo di euro.
Marchionne ha sottolineato l’anomalia del sistema italiano rispetto agli standard europei: «L’aiuto a Fiat lo stiamo pagando noi mentre i Governi in Francia e in Germania danno aiuti direttamente. Siamo l’eccezione nel sistema europeo. Non siamo mai andati dal ministro Tremonti a chiedere una lira».
Marchionne si è poi soffermato sulla fusione tra Fiat e Chrysler, sottolineando come questo tipo di operazioni transnazionali potranno avere successo solo se si metteranno da parte gli orgogli nazionali.
«Noi della Fiat siamo a Detroit non come i padroni del mondo, ma con umiltà, visto anche che i finanziamenti sono americani – ha affermato – Non dobbiamo presentarci come gli europei che devono insegnare agli americani. Non è una questione di chi è il padrone». «Le fusioni transnazionali sono difficili – ha proseguito Marchionne – ma una volta superate le difficoltà intrinseche si possono stabilire strategie industriali convincenti».
L’amministratore delegato di Fiat ha infine spiegato che Chrysler dal 1999 al 2007 non ha creato le condizioni per un futuro da condividere con i suoi ex proprietari, prima Daimler e poi il fondo Cerberus, mentre la casa torinese «ha messo a disposizione la propria tecnologia e il proprio know-how ed entro il quarto trimestre 2010 Chrysler sarà il primo costruttore con una tecnologia altrimenti non disponibile negli Usa».