A scuola abbiamo imparato che “a volte anche Omero dormiva”. In un giorno di novembre 2010 a Mirafiori abbiamo appreso che a volte anche i grandi manager si riempiono la bocca con colossali banalità . Ha detto Sergio Marchionne come fosse un undicesimo comandamento: “La politica resti fuori dalla fabbrica”. E così il grande manager, quello serio e concreto, efficiente e competente, si è messo a parlare il linguaggio che una volta era dei barbieri. Non si offendano i barbieri veri, quelli a cui ci riferisce erano i barbieri delle barzellette. Nelle barzellette sul qualunquismo alquanto ignorante e discretamente pavido c’era il barbiere e la sua bottega, bottega dentro la quale c’era il cartello: qui si lavora e non si fa politica. Era un modo tenue per sorridere del rifiuto apodittico della politica da parte di chi, spesso non per sua colpa, di politica era ignorante e di ogni cosa non fosse la sua bottega era diffidente. Ma Marchionne? Dire: “La politica resti fuori dalla fabbrica” non vuol dire niente, non significa nulla, è pura, gassosa banalità .
Banalità condivisa, per carità . Ogni giorno si sente: fuori la politica dalla scuola, dagli ospedali, dagli uffici, dalla tv…fuori la politica da dovunque. Nel migliore dei casi è uno scongiuro, nel più diffuso dei casi è una giaculatoria. La politica per definizione e natura non sta e non può stare fuori da nulla. La politica è il modo, sono le regole, le scelte, i rapporti di forza, l’organizzazione del vivere, lavorare, produrre e perfino morire insieme. Tutti quelli che la politica invocano di tenerla fuori della loro porta, dentro, al di qua della porta regolarmente la chiamano e non potrebbe essere altrimenti. Marchionne dovrebbe saperlo e lo sa: forse che l’accordo con Obama sulla Chrysler non è stata una scelta politica?
Ma forse Marchionne voleva dire: fuori i partiti, la lottizzazione partitica dalla Fiat. Non risulta però che tra i suoi problemi la Fiat abbia la “malattia della Rai”. E allora? Allora Marchionne ha voluto dire fuori dalla Fiat la politica che non mi piace, voleva dire fuori la Fiom dalla Fiat? Aveva il diritto di dirlo, se questo voleva dire. Ma in questo caso aveva il dovere di parlare chiaro evitando di ripararsi dietro l’alibi culturalmente plebeo di un luogo comune. Marchionne sa che ogni scelta e decisione, comprese le sue, sono politica. Lo sa bene perché è un grande manager. Se davvero non lo sapesse sarebbe un piccolo ragioniere. Lo sa, eccome se lo sa. far finta di non saperlo è stato un trucco piccolo e banale, una caduta di stile logico e culturale. Talvolta anche i grandi manager…”dormono”.