MILANO, 11 APR – Primo confronto sul blitz al vertice delle Generali martedì al consiglio di amministrazione di Mediobanca. L’attesa è che all’appuntamento si facciano sentire soprattutto quei consiglieri ritenuti più vicini al presidente ‘dimissionato’ Cesare Geronzi e quindi Tarak Ben Ammar, Marina Berlusconi ed Ennio Doris, con richieste di chiarimento sull’intera gestione della vicenda.
Si dovrà attendere lo sviluppo del dibattito in Cda per capire se si aprirà un confronto, anche acceso, sull’ opportunita’ ‘politica’ delle scelte fatte. Mentre non ci dovrebbe essere grande spazio a contestazioni sulla correttezza delle procedure seguite dai vertici di Piazzetta Cuccia nella partita sul Leone e su questo fronte il board non dovrebbe animarsi troppo.
Alberto Nagel, in particolare, avrebbe agito nei due consigli cruciali delle Generali di mercoledi’ 6 e venerdi’ 8 aprile, in qualità di vice presidente della compagnia e non come amministratore delegato di Mediobanca (benché ovviamente l’incarico nel Leone sia strettamente collegato a questo). Per quanto poi non ci siano state riunioni degli organi di Piazzetta Cuccia, nelle ore cruciali del blitz alle Generali non sono mancati i contatti con gran parte dei consiglieri della banca.
Il vice presidente Dieter Rampl, numero uno di Unicredit, ha segnalato ad esempio in un’intervista venerdì di essere sempre in ”stretto e continuo contatto con azionisti e manager Mediobanca”. Similmente, sarebbero stati a conoscenza degli sviluppi la gran parte dei componenti del comitato nomine Mediobanca. Da statuto comunque non era necessaria una riunione per decidere su Geronzi e il suo successore al vertice del Leone (oltre ai tre uomini Mediobanca, Renato Pagliaro, Nagel e Francesco Saverio Vinci, fanno parte del comitato Vincent Bolloré, Dieter Rampl e Marco Tronchetti Provera).
Per le tre partecipate cruciali della banca – Telco, Rcs MediaGroup e Generali – il comitato nomine delibera, infatti, stando allo statuto, ”sulle proposte formulate dall’amministratore delegato sentito il presidente relative alle determinazioni da assumere nelle assemblee delle societa’ partecipate (…) in merito alla nomina degli organi sociali”. In altre parole, si riunisce solo in vista dell’assemblea, come avverrà anche in questo caso.
Il Cda Mediobanca, per quanto ordinario e in agenda da tempo, arriva poi in un momento di importante ridefinizione delle forze nel ‘salotto buono’, i cui esiti arriveranno con ogni probabilità in autunno ad incidere anche sul rinnovo del patto della banca (da rinnovare c’e’ anche il board). Solo per stare tra i grandi soci della banca, c’è da un lato Unicredit che va riprendendo con più forza la scena in Piazzetta Cuccia; mentre l’attesa è che anche i Ligresti tendano a spostare il proprio asse verso le posizioni dell’istituto di Piazza Cordusio, alla luce delle note vicende interne.
Tra i soci francesi, poi, l’attenzione è puntata su Groupama, che sembrerebbe a sua volta intenzionata a rientrare nella partita su Fonsai. Più in generale, invece,è ancora tutto da capire che impatto avrà negli equilibri complessivi l’uscita di scena di Geronzi, sempre che si tratti di uscita definitiva. Su Mediobanca l’attesa è che in estate si apra una riflessione sulla governance del patto, ovvero sia sulle procedure dell’accordo e il suo funzionamento e sia sui pesi dei vari azionisti, che potrebbero veder qualche limatura.
Qualcuno dà già per probabile ad esempio una disdetta delle banche tedesche (Commerzbank e Sal.Oppenheim, entrambe con l’1,7%). E’ poi difficile dire che faranno i francesi, anche se non ci sono al momento segnali di divorzio (Bolloré può anzi aumentare la sua quota dal 5 al 6%). Anche però nell’ipotesi attualmente astratta di una loro fuoriuscita, non sarebbe difficile ricostituire un altro nocciolo duro di azionisti accanto alle banche italiane e ai soci industrali (le fondazioni ad esempio hanno circa il 7% di Mediobanca). L’A.d Fiat Sergio Marchionne ha intanto salutato con entusiasmo la nomina di Gabriele Galateri alla presidenza delle Generali. ”E’ una bravissima persona, e un amico – ha detto -. Lo conosciamo bene, è uscito dal nostro ambiente. E’ un buon torinese”.