Mancano i numeri, l’assemblea non si fa a Melfi. Così la Fiom, metalmeccanici della Cgil, ieri martedì 31 agosto è stata affondata dagli stessi operai: solo in 22 su 64 componenti della Rappresentanza sindacale unitaria hanno firmato la richiesta (servivano almeno 33 adesioni)
Fiat-Sata aveva dato pure il via libera: ”L’assemblea potrà essere tenuta se dalla maggioranza dei componenti della Rsu non perverrà una formale comunicazione di diverso avviso”. L’incontro era programmato insieme al presidio organizzato da Maurizio Landini, segretario Fiom, davanti al cancello B dello stabilimento, per le proteste per gli operai licenziati e reintegrati ma lasciati fuori dalla catena di montaggio dall’azienda.
Poi le agenzie hanno battuto queste dichiarazioni attribuite a fonti aziendali anonime: “L’assemblea non si fa perché la maggioranza della Rsu ha respinto a maggioranza la proposta, così chiarendo che tale iniziativa era riconducibile ai singoli e non, come espressamente richiesto dal contratto nazionale di lavoro, all’organismo unitario di rappresentanza sindacali dei lavoratori dello stabilimento”.
Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, critica lo zoccolo duro della Cgil e al quotidiano “Libero” dice: “Ancora una volta la Fiom non vuole sbloccare la situazione, ma ava a ricercarsi dei no. Ogni azione dei metalmeccanici Cgil sembra legata al tatticismo ad operazioni solo di facciata e non di volontà di costruire”.
