Numerosi sono i casi di un comportamento scorretto e monopolistico che vengono citati da Smith. Google avrebbe penalizzato i competitori nella ricerca di video: le compagnie concorrenti come Bing avrebbe un accesso artatamente degradato al sito di condivisione Youtube, acquistato da Google nel 2006. Inoltre l’azienda di Brin e Page starebbe, secondo le accuse, manipolando gli algoritmi di ricerca per fare in modo che i risultati relativi ai diretti rivali abbiano notazioni inferiori al dovuto. Grazie al suo controllo monopolistico della pubblicità sul web, Google può infine rendere più costose le campagne promozionali dei concorrenti.
In Europa la situazione è particolarmente sensibile perché Google controlla il 95% delle operazioni, mentre in America la sua influenza è più ridotta, grazie ad ampie porzioni di mercato controllate da motori di ricerca come Bing della Microsoft e Yahoo. Anche a Washington, i tentativi di controllare da vicino l’impetuosa crescita di Google non sono riusciti, secondo l’azienda di Bill Gates, ad eliminare le pratiche illegittime del motore di ricerca.
