Vengono pagate in ritardo e non riescono a incassare i crediti, molte imprese sono nella trappola della burocrazia statale o di grandi gruppi. Nonostante la direttiva europea per accelerare i pagamenti molti imprenditori sono in difficoltà e l’ultimo episodio di cronaca lo conferma. Un imprenditore del trevigiano si è tolto la vita proprio per motivi di soldi, perché non riusciva ad avere quanto gli spettava per la sua attività nel settore calzaturiero.
Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, spiega: «Il tragico evento di Treviso si aggiunge a una lista che ormai conta almeno altri 15 casi dall’esplosione della crisi — fa notare —.Molti piccoli imprenditori sono stremati dai debiti che incalzano ma non riescono a farsi pagare dalle grandi imprese e dagli enti pubblici. La direttiva europea è molto utile ma 24 mesi sono troppi. È per questo che Rete Imprese Italia ne ha chiesto un’entrata in vigore anticipata, magari senza considerare il pregresso».
«È una situazione insostenibile — continua Fumagalli — per questo riteniamo ancora attuale la richiesta che avanziamo da anni: la compensazione tra debiti e crediti. Gli enti pubblici devono dei soldi agli imprenditori? Si detraggano queste somme dalle tasse. E poi un appello va rivolto anche alle grandi imprese che non saldano i loro fornitori. Questo atteggiamento da pesce grande che divora il piccolo finirà per danneggiare tutti. Il momento è particolarmente critico. Non dimentichiamoci che tra poco scade anche la moratoria dei debiti e non so se si riuscirà a prorogarla ancora una volta»
Eppure l’Europa era stata chiara, come ricorda il Corriere della Sera: sessanta giorni di tempo per pagare i creditori, poi la pubblica amministrazione dovrà versare un interesse di mora pari all’8%.
Sul fronte politico le proposte sono due: quella di Vignali (Pdl) “che chiede di ristrutturare il debito della pubblica amministrazione c ome quel l o di un’azienda qualsiasi: affidarlo a degli istituti di credito”, spiega il Corriere della Sera e poi quello di Beltrandi e Misiani (Pd) che “prevede il diritto del creditore agli interessi, in caso di mancato pagamento, senza che sia necessaria la costituzione in mora e senza che sia necessario un sollecito”.
