ROMA – Mini patrimoniale sul risparmio: su piccoli investimenti, Bot, azioni, depositi, tra bolli e ritenute (e arriva la Tobin tax) il Fisco può arrivare a mangiarsi fino al 50% del rendimento ottenuto. E’ l’esito della stretta fiscale che dal Ferragosto 2011, attraverso varie manovre e leggi di stabilità, culmina oggi con l’entrata in vigore della Tobin tax sulle azioni (e a luglio si applicherà anche sui derivati). Risultato: a gennaio 2013 è scattata l’imposta di bollo sui conti deposito e sui buoni postali, con l’aliquota che sale che cresce dallo 0,1% allo 0,15% (un aumento del 50% secco).
Il Sole 24 Ore del 4 febbraio, mentre mostra le simulazioni del peso del fisco sugli investimenti, denuncia il malvezzo di “colpire le virtù”, e cioè il risparmio degli italiani, virtuoso, appunto, giacché quegli 8 mila miliardi e rotti di ricchezza mobiliare e risparmio privato degli italiani, rappresentano la miglior garanzia della affidabilità nazionale a ripagare i suoi titoli di Stato, capacità riconosciuta proprio dal’Europa e che cancella tutti i dubbi sulla solvibilità italiana. Che senso ha, allora, colpire là dove meglio ci comportiamo, attingendo a un gruzzolo che inevitabilmente si sta erodendo, pregiudicandone la solidità?
Tanto più che, in tempi di rubinetti chiusi delle banche, rivolgersi al mercato per finanziarsi era l’ultima opportunità. Tanto più che, mentre i “cattivi” abituali consumatori e propalatori di finanza tossica sapranno nascondersi e riemergere dove conviene, sui piccoli investimenti si abbatte con più lena la mannaia fiscale.
Scrive Cristiano Dall’Oste del Sole 24 ore: “Su 3 mila euro di titoli, per esempio, la pressione fiscale può arrivare al 50% delle cedole, portando il rendimento netto al di sotto del tasso d’inflazione: 1,49% di guadagni effettivi contro l’1,9% di costo della vita misurato dall’Istat a febbraio. Mentre sulle obbligazioni societarie – tipico prodotto offerto dal sistema bancario ai piccoli risparmiatori – si sfiora il 60% di pressione fiscale. Come dire: a parità di rendimento, conviene quasi lasciare il denaro sul conto corrente, dove almeno – se la giacenza annua non supera i 5 mila euro – non scatta il bollo in somma fissa”.
Consideriamo i limiti, le soglie entro le quali vigeva la tassazione sul risparmio fino al 2011. Se a quell’epoca l’imposta minima era di 34,20 euro per ogni tipo di giacenza e nel 2012 fu introdotto un livello massimo per l’aliquota fissato 1200 euro, oggi nessun tetto è previsto.
La Tobin Tax vale un prelievo fiscale dello 0,12% sui mercati regolamentati (0,1 dal 2014), dello 0,22% per i mercato over-the-counter. Colpisce anche gli scambi ad alta frequenza (0,02%). Sui rendimenti di azioni e fondi comuni, la tassazione è arrivata al 20%, dal 12,50% di partenza. La Tobin Tax risparmia i titoli di Stato (italiani e stranieri) che restano tassati al 12,50%, ma alla Ue stanno ragionando sulla sua estensione appunto sui Bot.