
Il suo nome รจ ricorso in continuazione in questi giorni per una poltrona di lusso, mentre si discuteva del rinnovo dei vertici di alcuni fra i maggiori gruppi a controllo pubblico, dallโEni allโEnel, da Terna a Finmeccanica alle Poste. A nomine ormai date per sicuro, perรฒ, a Massimo Ponzellini รจ rimasto in mano solo un pugno di mosche. Gli sponsor del presidente di Bpm e di Impregilo sono comunque potenti e decisi: lui รจ ormai il โjollyโ che la Lega e Giulio Tremonti tirano fuori a ogni pieโ sospinto, per qualsivoglia collocazione di prestigio. Tempo fa Umberto Bossi ha addirittura fatto capire che lo avrebbe visto bene come prossimo sindaco di Bologna, uno scranno a cui probabilmente Ponzellini non ambisce affatto (i politici passano, i top manager restano). Si puรฒ quindi tranquillamente scommettere che risentiremo presto parlare del banchiere bolognese, magari per la presidenza della tremontiana Banca del Sud.
Chi รจ dunque questo 60 enne che non passa inosservato con la sua presenza spesso chiassosa e spiritosa e i suoi occhialoni dalla pesante montatura nera? Con quali arti occulte ha trafitto il cuore del Senatur che ormai ne parla come del โnostroโ banchiere? Tanti anni fa non era forse il Nostro il pupillo di Romano Prodi – di cui fu anche studente allโUniversitร di Bologna ma, ahimรฉ, fermandosi a due passi dalla laurea – che lo sospinse a una rapida carriera nellโIri allora presieduta proprio dal Professore? Andiamo con ordine: Ponzellini nasce nel 1950 nella cittร felsinea da buonissima famiglia: il padre, imprenditore a capo di un gruppo che spazia dallโeditoria alle materie plastiche al brokeraggio assicurativo, รจ stato per un quarantennio membro del Consiglio superiore della Banca dโItalia.
Ma lโingegner Giulio, Cavaliere del lavoro, รจ stato anche uno dei fondatori del Mulino e tra i finanziatori di Nomisma, centro studi tanto caro allโex presidente del Consiglio che ne fu la levatrice con lโattiva collaborazione proprio di Massimo. Non puรฒ stupire quindi che il giovane Ponzellini cominci proprio qui, a Nomisma, di cui nel 1981 sarร direttore generale. Giร da allora lo segue una fama di bon vivant. I maligni gli appiccicano lโetichetta โdonne e motoriโ. Che le esponenti del sesso cosiddetto debole gli piacciano non lo nasconde ma quelle che piรน contano sono senzโaltro le donne di famiglia: la mamma, Marisa Castelli, erede dellโomonimo e importante mobilificio, e la moglie, Maria Segafredo, imprenditrice del caffรจ, da cui ha avuto tre figlie e il cui nome porta tauato sul braccio. Quanto ai motori, da giovane amava guidare Ferrari, poi passรฒ alle Bentley con autista, quando in seguito andรฒ a lavorare a Napoli, da ad della Sofin (gruppo Iri), cavalcava di gusto le centinaia di cavalli di un potente motoscafo per i suoi week-end capresi.
Eccessi giovanili: da parecchio preferisce i gessati e lโeloquio prudentissimo del banchiere di lungo corso. Ne ha dato di recente un preclaro esempio di scuola intervenendo in tv alle โInvasioni barbaricheโ. La povera Daria Bignardi ha cercato in ogni modo di fargli dire qualcosa di compromettente (su Berlusconi, su Gheddafi con cui Impregilo ha concluso buoni affari) ma lui non cโรจ cascato ed รจ sgusciato via come unโanguilla.
Prima di diventare banchiere, comunque, Massimo crebbe allโombra di Prodi: suo โassistente personaleโ al ministero dellโIndustria, poi dirigente allโIri e responsabile del dipartimento strategie e studi (proprio lui, laureato mancato), quindi ad della Sofin (una carta che ora puรฒ essere importante nella corsa alla Banca del Sud), consigliere di Finmeccanica e Alitalia. Esaurita la spinta propulsiva prodiana, quando il Professore lasciรฒ lโIri, Paraponzellini (copyright Dagospia) se ne andรฒ in dorato esilio alla Bers (Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, creata nel โ91 per โricostruireโ le disastrate economie dei paesi dellโex blocco comunista), con sede a Londra (si dice che colร il Nostro divenne amico anche del principe Carlo). Una sorta di periodo in โterra di nessunoโ, politicamente intendendo, terminato tre anni dopo con la nomina a vicepresidente della Bei (Banca europea degli investimenti).
