Il gruppo automobilistico francese Renault, anche se sposterà la produzione della quarta generazione della Clio in Turchia (nell’impianto di Bursa), manterrà le sue attività nello stabilimento di Flins (Yvelines) e di conseguenza l’occupazione. Tutto merito del governo francese e del premier Nicolas Sarkozy, secondo cui il trasferimento produttivo della Clio 4 in Turchia sarebbe «assolutamente inaccettabile considerato che lo Stato è arrivato in tempo per salvare Renault».
Dopo una riunione di poco più di un’ora tra Nicolas Sarkozy e Carlos Ghosn, l’amministratore delegato di Renault, «Carlos Ghosn ha indicato al capo dello Stato che Renault manterrà l’ occupazione e l’ attività della località e vi continuerà la produzione di veicoli a combustione pur sviluppando la produzione di veicoli elettrici», indica il comunicato della presidenza. Il produttore «proseguirà dunque nel sito di Flins la produzione dei modelli attuali di Renault Clio e vi stabilirà una parte della produzione di Clio 4», ha aggiunto.
L’Eliseo ricorda che Renault è in accordo con il governo francese (che è azionista del 15% del gruppo) per fare della località di Flins una grande piattaforma europea del veicolo elettrico.
Tutta un’altra storia tra il governo italiano e l’ad della Fiat Sergio Marchionne. Secondo Marchionne non c’è futuro per la produzione di auto nello stabilimento di Termini Imerese, pertanto verrà chiuso e gli operai lasciati a casa. E il governo italiano? Non ha fatto quasi nulla.
La decisione di chiudere lo stabilimento è «irreversibile» per Marchionn. Dal palco dell’Automotive News Congress di Detroit l’ad del Lingotto ribadisce che la Fiat è un’azienda e ha le responsabilità di un’azienda. Non ha le responsabilità di un governo, è il governo che deve governare. «Siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il Paese».