ROMA – Precipitosa marcia indietro sul taglio ai mini ospedali (leggi qui l’elenco), secondo le indiscrezioni rilanciate sul sito di Repubblica online e ribadite dall’Ansa. Ha vinto la linea del ministro della Salute Baldzuzzi che ha ottenuto che venisse ritirato il provvedimento dalla bozza finale del decreto sulla spending review. Sono salvi, almeno per ora, i 257 ospedali con meno di 80 posti letto, un sacrificio che sarebbe dovuto valere la somma non esorbitante di 200 milioni di euro (sui 4,2 mld totali preventivati). Hanno dunque prevalso Balduzzi e la sua intesa con le Regioni a cui è affidato il compito della razionalizzazione e il ridimensionamento delle strutture sanitarie.
Tuttavia, resta l’obiettivo indicato dalla spending review di abbassare a 3,7 posti letto ogni mille abitanti dai 4,2 attuali, come fra l’altro suggeriscono le linee guida in materia di salute pubblica dell’Unione Europea. Come si arriverà a questa taglio, circa 30 mila posti letto in meno? A parte l’iniziativa di ogni singola Regione per chiudere i mini ospedali che effettivamente troppo costano e troppo poco servono all’utilità generale, si interverrà sui grandi ospedali, verranno accorpati i doppioni nelle strutture, si inciderà sulla spesa per il personale come previsto fra l’altro dal Piano sanitario nazionale. Per ora, il taglio agli ospedali con meno di 80 posti letto è archiviato e scomparso dal decreto che verrà licenziato dal Consiglio dei Ministri convocato alle 17 di oggi, 5 luglio.