ROMA – I rendimenti dei Btp raggiungono il 6,5%, il record da gennaio. Lo spread vola ancora e supera i 530, tornando ai livelli del 17 novembre, quando si avvicendarono Berlusconi e Monti; i titoli con scadenza residua pari a nove anni hanno superato il rendimento di quelli irlandesi. La Spagna è sempre di più vicina al baratro, con la Catalogna che getta la spugna e annuncia di essere costretta a chiedere gli aiuti a Madrid e Madrid che vuole chiedere all’Europa ancora 28 miliardi per evitare il default. Parigi e Roma mollano la Spagna, che tenta di puntare all’attuazione immediata dello scudo anti-spread. Per chi sperava in un’inversione di tendenza c’è poco da star sereni, sui mercati è ancora un altro, l’ennesimo, giorno nero, il terzo giorno dello spread-calvario: con Borse a picco, uno spread che fa tremare e Moody’s che boccia addirittura la Germania. In tutto ciò Parigi e Roma mollano la Spagna: il governo spagnolo aveva infatti diramato una nota in cui diceva che Parigi, Roma e Madrid avevano chiesto all’Ue di attuare immediatamente lo scudo anti-spread. Parigi e Roma hanno però seccamente smentito parlando di “pura invenzione”.
Se la Spagna sfiora il default l’Italia non è messa meglio e i dati in Borsa di oggi non fanno altro che confermare una triste verità: Piazza Affari vede rosso addirittura peggio di Madrid e sprofonda al 3% per poi chiudere il 2,7% mentre segna un record il rischio-default spagnolo misurato dai contratti cds, che toccano 638 punti base. I Btp decennali tornano a pagare un rendimento del 6,5% per la prima volta dallo scorso gennaio. Lo spread sfiora i 530 centesimi…
I mercati quindi sono ancora in grandissima agitazione, per il rischio che nuovi paese, in primis la Spagna, cadano nel baratro. La notizia che aggrava la preoccupazione sui mercati è che la Catalogna ha annunciato di essere costretta a chiedere gli aiuti a Madrid. Notizia che arriva dopo la richiesta avanzata venerdì scorso dalla regione autonoma di Valencia. Ora come temuto la richiesta di supporto finanziario si estende a quella che è la seconda maggiore regione autonoma della Spagna per peso economico, dopo quella di Madrid, con una rilevanza analoga a quella del Portogallo.
A pesare sull’Europa traballante è anche la modifica dell’outlook (da stabile a negativo) di Moody’s a Germania, Olanda e Lussemburgo. Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, però ha ribadito il suo “fermo impegno ad assicurare la stabilità della zona euro nel suo insieme”. Juncker in un comunicato ha spiegato che i fondamentali di questi tre paesi sono “sani”.
Intanto è giallo su una nota congiunta di Italia, Francia e Spagna. Il governo spagnolo ha diramato una nota secondo cui Madrid, Roma e Parigi avrebbero chiesto ufficialmente all’Unione europea un’immediata attuazione degli accordi raggiunti al Consiglio Ue di fine giugno sull’ introduzione, tra le altre cose, del cosiddetto scudo contro le eccessive oscillazioni dello spread. I tre paesi mediterranei, secondo il governo spagnolo, avrebbero chiesto l’immediata applicazione degli accordi presi il 28 e 29 giugno scorsi. Subito però è arrivata la smentita da parte di Francia e Italia. Una fonte autorevole del governo francese ha detto all’Ansa che l’appello congiunto di Spagna, Francia e Italia all’Ue ”è una pura invenzione, non esiste” e che sia a Parigi che a Roma, sono rimasti ”a bocca aperta” dopo la nota rilasciata dal governo spagnolo. Poco dopo è arrivata la smentita di palazzo Chigi che esprime lo “stupore” del governo italiano in merito a un’iniziativa “della quale il governo italiano non è al corrente”.
Effettivamente il comunicato di Madrid, pubblicato sul sito del governo, chiarisce che l’appello all’Ue sarebbe arrivato nella mattina del 24 luglio durante la riunione del Consiglio Affari generali a Bruxelles, e non è quindi frutto di una nota coordinata tra le tre cancellerie. ”Il segretario di Stato spagnolo per l’Unione europea, Inigo Mendez da Vigo, il ministro francese agli Affari europei Bernard Cazeneuve e il ministro italiano agli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, riuniti al Consiglio Affari generali che si è tenuto questa mattina a Bruxelles – si legge nella nota pubblicata sul sito della Moncloa – hanno chiesto l’esecuzione immediata degli accordi dell’ultimo Consiglio europeo degli scorsi 28 e 29 giugno”. Peccato che poi lo stesso comunicato, dopo la secca smentita di Roma e Parigi, sia stato d’un tratto cancellato dal sito del governo spagnolo, sembra dopo una specifica richiesta della Francia.