ROMA – Le unità da diporto (imbarcazioni e navi) di lunghezza superiore a 14 metri non sono più soggette al pagamento di una tassa annuale. Quella sugli yacht detassati è forse la novità più simbolica della chiusura alla Commissione Bilancio della Camera della partita sulla legge di stabilità, la manovra del Governo Renzi.
La tassa, introdotta nel 2011 nei drammatici giorni del governo di Mario Monti e contenuta nel decreto per l’appunto chiamato “salva-Italia”, colpiva stazionamento e navigazione in acque nazionali delle imbarcazioni di lusso, in maniera proporzionale alla lunghezza dello yacht, a partire dai 14 metri (prima della modifica era 10 metri).
La misura, progressiva e di “sinistra”, tuttavia ebbe anche l’effetto, tutt’altro che positivo, di scoraggiare l’acquisto di imbarcazioni italiane, in qualche modo di mettere in ginocchio la tradizione della cantieristica navale italiana. Proprio per difendere il lavoro e l’occupazione il Pd oggi ha deciso di rimuovere il balzello (emendamento firmato dal deputato del Pd Tiziano Arlotti), una norma “salva-cantieri”.
Si potrà pagare il caffè con il bancomat. Altra novità importante e significativa sul piano dei costumi nazionali, l’estensione dell’uso del bancomat per le piccole spese. La conferma al fotofinish dell’obbligo, proposto dal Pd, di accettare i pagamenti elettronici anche per piccoli importi, compresi da luglio i parchimetri, salvo che non ci sia “oggettiva impossibilità tecnica” a installare i dispositivi di lettura di carte di credito e bancomat. Cosa che non vale – l’impossibilità tecnica – per i bar: dunque la mattina si potrà pagare il caffè con il bancomat.
La riduzione delle commissioni è demandata invece all’attuazione del regolamento europeo appena approvato, che prevede commissioni fisse allo 0,3% per le carte di credito e allo 0,2% per le transazioni con le carte di debito (bancomat o carte prepagate).