ROMA – Si favoleggia di una riduzione dell’Irpef, un taglio immediato del professor Monti in versione Robin Hood. “Possono esserci buone notizie in arrivo” alimenta la speranza il ministro Patroni Griffi, in vista del prossimo Consiglio dei Ministri di venerdì 24 febbraio. Addirittura una sforbiciata di tre punti percentuali sull’Irpef dei redditi più bassi, dal 23 al 20%. Peccato che nel decreto legge fiscale che viene esaminato oggi (21 febbraio) nella riunione preparatoria del CdM di venerdì, di quel taglio non vi è traccia.
Il principio da cui Monti non derogherà mai è che una riduzione delle tasse può essere finanziata solo con il recupero accertato dell’evasione fiscale. Accertato, nero su bianco nei bilanci dello Stato, non sulla base di previsioni e auspici. L’abbassamento delle tasse, se ci sarà (come spiega Marco Mobili sul Sole 24 Ore), sarà “a tempo”, varrà come aumento delle detrazioni, inizierà a partire dal 2014. L’articolo 15 della bozza del decreto legge prevede infatti che “a decorrere dal 2014” le somme recuperate dalla lotta all’evasione fiscale e dal potenziamento delle sanzioni e dei sistemi per riscuoterle andranno a finanziare “misure, anche non strutturali, di sostegno del reddito più basse, con particolare riferimento all’incremento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico”.
L’agognato taglio delle tasse è tutto qua. Detrazioni per i figli a carico, per redditi compresi tra i 7 e i 15 mila euro, vincolato al gettito strappato agli evasori. Bisognerà aspettare comunque il responso della relazione annuale del Ministero dell’Economia, che ogni febbraio verrà presentata alle Camere. Quindi a febbraio 2014 sapremo di quanti soldi provenienti dal recupero fiscale, potrà disporre il Governo, ammesso che il Governo in carica in quella data mantenga gli impegni. Si vedrà quanto varranno “le maggiori entrate derivanti negli anni 2012 e 2013”.