ROMA – Gli esuberi salgono a 3mila, ma nessuno verrà licenziato, perché si punterà a solidarietà, mobilità volontaria e ricorso ai prepensionamenti nella modalità prevista dalla legge Fornero. Questi i termini dell’accordo trovato su Telecom Italia, senza la Cgil.
I 1.700 esuberi originari sono saliti a 3mila, ma i sindacati hanno incassato la completa cancellazione della societarizzazione dei call center. In questo modo il gruppo viene mantenuto nella sua interezza e la gestione degli esuberi potrà avvenire tutta all’interno dell’attuale perimetro aziendale. L’intesa raggiunta permetterà di gestire i 3.000 esuberi individuati nel Gruppo attraverso i contratti di solidarietà.
Alle iniziali 1700 eccedenze individuate nelle aree di Staff, Cross Activities di Open Access e in alcuni ambiti dell’Information Technology, si aggiungono ulteriori 1.300 esuberi riguardanti la Divisione Caring Services. Entro un mese da oggi dovranno essere raggiunte specifiche intese a livello aziendale che riguarderanno anche l’utilizzo dell’articolo 4 della Legge Fornero, riconversione professionale e interventi sulla produttività.
In particolare, si prevede l’applicazione per un periodo di tre anni del contratto di solidarietà a 2.800 eccedenze nell’ambito di Telecom Italia spa e a 200 unità eccedenti in Telecom Italia Information Technology. L’accordo prevede inoltre di applicare l’uscita anticipata e volontaria per 330 lavoratori di Telecom Italia spa. Già nei prossimi giorni, insomma, l’accordo verrà concretizzato nei tavoli aziendali per definirlo in tutti i dettagli.
Resta fuori la Cgil, il cui sindacato di categoria, la Slc, già alla fine di luglio aveva abbandonato il tavolo: “Solo in Italia – commenta il segretario Michele Azzola – un’azienda può riempire i giornali dichiarando la necessità di dover assumere 4000 giovani prima, per poi sottoscrivere un accordo su 3330 esuberi. E solo nel nostro Paese si può realizzare un accordo in sede ministeriale certificando esuberi che nella realtà non esistono e di cui nessuno conosce collocazione e ambito di attività”.
Azzola fa inoltre riferimento alla solidarietà espansiva contenuta nei decreti del Jobs Act, che qui viene invece “accantonata” e prevede un “inasprimento nel confronto in azienda”. Di tutt’altro segno, ovviamente, il commento del ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, secondo cui “si tratta di un traguardo significativo che non sacrifica posti di lavoro”.