ROMA – I 10 piatti più schifosi del mondo: ragni, pesce vivo-morto, occhi, cuori… Ci vuole stomaco per apprezzare certi cibi, sempre che lo stomaco non sia servito direttamente sul piatto. Un paio di classifiche ragionate (per esempio quelle di The Richest e Wonderlist) delle prelibatezze più ributtanti (alla vista, al tatto, ma forse non al gusto) offre un catalogo globale del fantastico applicato in cucina, un bestiario commestibile che va dal pene di yak al cuore di puffin islandese, dagli occhi di tonno al balut (il pulcino d’oca ancora in fase embrionale), fino agli inquietanti ragni-tarantola neri in padella. Imperdibile l’haggis scozzese, allettanti interiora di pecora.
Singolari, per non dire raccapriccianti, i kopi Luwak (grani di caffè mangiati ed evacuati da un animale) e i sinnakij, vale a dire tentacoli di polpo che si dibattono sul piatto. Resta il letalepesce palla e per non abbandonare il difficile momento del trapasso, il pesce mezzo vivo-mezzo morto che finirà di scontare il suo passaggio sulla terra (ops, nel mare) sul nostro piatto.
Ying Yang fish, pesce vivo-morto. A Taiwan dove è nato questo piatto non lo servono più. Ma se cercate bene in Cina potrete apprezzare questo pesce che, come dice l’opposizione yig-yang non è né vivo né morto, perché fritto nell’olio con la testa fuori dalla padella.
Kopi Luwak. E’ il caffé più caro del mondo (costa quasi 100 dollari al chilo): nel sud est asiatico fanno mangiare i grani al luwak, una specie di zibetto. Dopo la necessaria digestione ed evacuazione sono pronti per la gustosa infusione.
Occhi di tonno. In Giappone del tonno non si butta niente: gli occhi, peraltro molto popolari e a buon mercato non fanno eccezione. Sanno vagamente di calamari ma a guardar bene…meglio di no.
Sannakji. Siamo forse abituati ai tentacoli di polpo : sicuri di volerli assaggiare con il sesamo, crudi, mentre si dibattono ancora sul piatto?
Cuore di puffin. Il magnifico ecosistema dell’Islanda è popolato anche da un simpatico volatile, il Puffin, una specie di gazza con velleità da tucano. Viene spennato vivo e il suo cuore estratto: va mangiato subito, è buono e saporito se ancora tiepido.
Tarantole fritte. I cambogiani lo sanno: se non soffri di aracnofobia non c’è niente di meglio di un bel fritto di ragni tarantola che nereggiano sul piatto. Paura?
Pene di Yak. In Cina gli rendono omaggio servendolo in gran pompa: il pene di yak fa bene alla pelle. Si immagina anche come cibo afrodisiaco, se non altro per associazione di idee.
Balut. Se vuoi assistere a una lezione di zoologia applicata, assaggia questo uovo di pennuto al cui interno vibra e si agita un pulcino che nemmeno con l’incubatrice. Fa impressione.
Fogu, pesce palla. Un classico della cucina cinese, più di un noir con morto. La tetrotodossina è più velenosa del cianuro, ma le carni sono squisite. Per cucinarle serve un addestramento di tre anni. Se il cuoco è uno da 5 e mezzo rischi la vita. In compenso è carissimo.
Haggis. In Scozia prima del referendum si aspettavano di farne una scorpacciata. Continueranno a mangiare, as usual, quest’intruglio di interiora di pecora mischiata a farina e altre sconcezze da sudditi di Londra.