WASHINGTON – Nel 113esimo Congresso degli Stati Uniti che si è appena insediato a Washington, arriva il primo rappresentante bisessuale. Si tratta della democratica Krysten Sinema, 36 anni. Sinema ha vinto in Arizona, Stato storicamente Repubblicano, battendo Vernon Parker, l’ex sindaco di Paradise Valley sostenuto dal Tea Party. Parker, durante la campagna elettorale aveva attaccato l’avversaria con degli spot tv nei quali veniva descritta come una “hippie anti-americana” colpevole di “praticare riti pagani”.
Krysten Sinema è la maggiore novità del nuovo Congresso e fa parte delle 20 donne che siedono al Senato (solo 4 sono del partito repubblicano). Tra queste c’è anche la prima senatrice apertamente lesbica Tammy Baldwin, anch’essa del partito Democratico. In tutto il Congresso, i membri gay sono 6: la Sinema è l’unica però a definirsi bisex.
Nell’Arizona ultraconservatrice, l’esponente democratica era stata eletta nel Parlamento dell’Arizona per la prima volta nel 2005. Per arrivare a Capitol Hill, Sinema ha assunto posizioni moderate su economia e sicurezza nazionale, e non ha mai negare di essere bisex: la sua vittoria è stata di misura, vincendo per appena 10 mila voti e tra le polemiche per la necessità di una riconta dei voti.
La Stampa, in articolo pubblicato il 4 gennaio racconta in breve la sua vita e le sue posizioni politiche:
“Nata nel 1976 a Tucson, ha vissuto da piccola il divorzio dei genitori e quando il secondo marito della madre perse il lavoro per la recessione degli Anni 80, dovettero lasciare la casa pignorata, andando a vivere per due anni dentro una stazione di benzina abbandonata dove, come lei stessa racconta, “non c’erano acqua corrente, né servizi igienici né elettricità”.
I suoi erano mormoni, ma lei non ha mai praticato alcuna fede, crescendo nella duplice convinzione che ‘contano la capacità di lavorare duro e l’etica dell’impegno individuale, senza lasciare che altri facciano le cose importanti per noi’. È riuscita a terminare il college, lavorare per un breve periodo come assistente sociale, laurearsi in Legge ed entrare in politica, eletta nel Parlamento dell’Arizona – prima deputato e poi senatore – nelle file del partito democratico”.
“In comune con il presidente Barack Obama ha la convinzione che l’etica individuale nulla toglie all’importanza dell’aiuto da parte della collettività: ‘Durante tutta la mia vita ho beneficiato dei sostegni ricevuti dalla famiglia, dalla Chiesa e dal governo’. È questa identità a metà fra l’individualismo del West e l’importanza del ruolo del governo nella vita dei cittadini che ne ha fatto, nel Parlamento dell’Arizona, ‘una liberal capace di intendersi con i conservatori», dice David Lujan, senatore dello Stato dell’Arizona. Gli avversari repubblicani pensano invece il contrario, e la accusano di essere una «trasformista pronta a essere tutto e il contrario di tutto pur di perseguire i propri interessi'”.
“Determinata sostenitrice del matrimonio gay, della pianificazione famigliare e della riforma dell’immigrazione, Sinema incarna in realtà molti dei valori che prevalgono nell’America che ha rieletto Obama: dalla convinzione che i diritti dei gay siano la nuova frontiera delle battaglia per i diritti civili all’impegno per la legalizzazione dei clandestini. Ecco perché non è un caso che nella nuova Camera dei Rappresentanti i deputati democratici i bianchi siano per la prima volta in minoranza rispetto a ispanici e afroamericani”.