MILANO – Per cinque anni, nell’aula del Tribunale di Milano, sono stati nemici. Fabio Di Pasquale cercava di convincere i giudici che Silvio Berlusconi aveva corrotto David Mills. Niccolò Ghedini, invece, insieme a Piero Longo ha sostenuto che quella corruzione non c’era mai stata.
Sabato poi è arrivato il verdetto: la Giustizia rinuncia a saperlo davvero, è passato troppo tempo e il reato, qualora ci sia stato, è prescritto. Resta la condanna del presunto corrotto, l’avvocato Mills e rimane un vuoto sul presunto corruttore.
I due nemici, però, a verdetto appena pronunciato, sono sembrati un po’ meno nemici: stretta di mano calorosa e sorriso.