FIRENZE – Sono state esposte per una settimana. Poi è arrivato l’invito del Comune: togliete da quella vetrina le foto dei gerarchi nazisti. La vetrina-choc è quella dell’argentiere fiorentino Gianfranco Pampaloni, che aveva voluto interpretare così, partecipando ad un concorso, il tema scelto quest’anno dal Maggio musicale fiorentino e cioè il viaggio ”dalla Mitteleuropa al Sudamerica”: una rotta, ha pensato Pampaloni (non nuovo a vetrine provocatorie come quella dedicata alle coppie impossibili come quella ‘formata’ da Madre Teresa e Pietro Pacciani) che fu seguita anche dai gerarchi nazisti che fuggirono dalla Germania cercando rifugio dall’altra parte dell’Oceano.
Fin dall’inizio l’argentiere di via Porta Rossa (la stessa strada in cui nel ‘Gianni Schicchi’ Lauretta chiede al padre di comprarle l’anello di nozze) aveva spiegato che non vi era alcun intento offensivo nei confronti del mondo ebraico, anzi. Ma ciò non è bastato ad evitare gli strali del vicensidaco Dario Nardella il quale gli ha inviato una lettera in cui chiede di ”prendere in seria considerazione la rimozione dell’allestimento” che, al di là delle intenzioni di Pampaloni, mostrerebbe ”assoluto cattivo gusto” nel ”cercare visibilità commerciale maneggiando con così poca attenzione argomenti delicati come quelli della Shoah”.
In vetrina oltre alle foto di Klaus Barbie, Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke, una divisa da nazista, la custodia di un violino (i gerarchi raffigurati erano tutti discreti musicisti) sono esposti anche oggetti in argento dell’artigianato ebraico.
”E’ stato soprattutto quest’ultimo aspetto a sorprenderci – ha detto Guidobaldo Passigli, presidente della comunità ebraica fiorentina che ha apprezzato l’iniziativa di Nardella – perché sotto il nome ‘Judaica’ sono noti gli oggetti della ritualità ebraica, quelli che sono stati razziati dai nazisti dalle case degli ebrei morti”.
Passigli ha anche detto che, nonostante la sorpresa dei primi giorni, la comunita’ ha atteso a reagire sapendo che ci sarebbe stato un gesto dell’amministrazione comunale. ”Come Garibaldi, obbedisco all’editto comunale: domani stesso cambierò la vetrina, ovviamente con un nuovo allestimento per rispondere alle critiche che mi sono state mosse. Ma questa, va detto, è censura”, ha detto Pampaloni manifestando stupore. ”Non è stato capito lo spirito fiorentino della mia iniziativa, e mi dispiace certo è che gli unici a mostrarsi suscettibili per la mia iniziativa sono stati coloro che non ne erano destinatari”: ha spiegato l’argentiere che, ha raccontato di aver ricevuto per la sua vetrina i complimenti della presidente degli Amici del Maggio musicale.
”Diversi oggetti esposti sono stati disegnati dagli artisti ebrei, noti in tutto il mondo, David Palterer e Zelig Siegel, che su questa mia provocazione non hanno avuto nulla da ridire, al contrario”, ha aggiunto prima di chiudere la saracinesca per riaprirla, forse già domani 24 maggio, con una nuova vetrina. Che, c’è da scommettere, farà ancora discutere.