(Foto LaPresse)
NEW YORK – Si è presentato sulla costa est degli Stati Uniti portando come biglietto da visita i 65 morti causati poche ore prime nei Caraibi. E a New York lo hanno atteso utilizzando la sola tecnica efficace quando la natura si scatena, contenere i danni. Sandy, uragano diventato nelle ultime ore “tempesta post-tropicale“ ha trovato una città spettrale: le strade deserte, ponti e tunnel chiusi, elettricità staccata in diverse zone della città. Ma non è servito ad evitare le vittime. Impresa impossibile quando un fenomeno minaccia, e sono le stime ufficiali, tra i 50 e i 60 milioni di persone. Come se tutta l’Italia si trovasse sotto un uragano.
Poi le acque hanno iniziato a ritirarsi nelle prime ore del 30 ottobre, le 10 ora italiana, e tra una settimana, dicono le prime previsioni, New York potrebbe tornare alla normalità. L’acqua sta scendendo a Lower Manhattan, sommersa il 29 ottobre da una marea di oltre 4 metri.
Il presidente Barack Obama ha ora dichiarato lo stato di catastrofe, dopo lo stato di emergenza firmato e lanciato prima dell’arrivo dell‘uragano Sandy.
Prima ancora che Sandy arrivasse davvero, le autorità sono state costrette ad annunciare il primo morto, una donna di 42 anni spazzata via quando il vento ha “liberato” la nave copia del Bounty. Ancora disperso il capitano della nave. Il secondo morto è arrivato un’ora dopo nello stato del Maryland: era in macchina nonostante tutte le indicazioni delle autorità a rimanere in casa. Non è servito seguire le istruzioni e quindi rimanere a casa alla prima vittima newyorkese, la terza in totale. Si tratta di una donna rimasta uccisa in casa per il crollo di un albero che si è schiantato sul tetto della sua abitazione. La quarta vittima è invece di Atlantic City: si tratta di un uomo che ha avuto un attacco di cuore mentre veniva evacuato.
Poco dopo le due del mattino il Governatore Andy Cuomo parla di 5 vittime nel solo stato di New York. I morti, in totale, sono almeno 17. E il centro geologico Usa lancia l’allarme frane.
Sandy ha toccato terra attorno all’una ora italiana. In quel momento Atlantic City era già sommersa dalle acque e a New York, scrive il sito della Cnn, i livelli d’acqua nella zona a sud di Manhattan hanno toccato la quota record dal 1960, anno dell’uragano Donna. Emergenza che si aggiunge al buio e al sostanziale isolamento del quartiere causato dalla chiusura, per ovvi motivi di sicurezza, dei ponti e delle strade. Insomma i numeri, almeno per ora, confermano in tutto e per tutto l’allarme del sindaco Michael Bloomberg che nel momento dell’allerta massima aveva parlato di “tempesta del secolo”. Poi ci sono i danni: le ultime notizie danno parte della metropolitana di New York già allagata.
Chi non ha seguito il consiglio di scappare si prepara ad affrontare una notte al buio. A Manhattan l’elettricità è stata staccata qualche ora prima dell’arrivo di Sandy, altrove ci hanno pensato pioggia e vento. In totale ci sono oltre 2 milioni di persone al buio in 11 stati diversi, tutti quelli che affacciano sulla costa orientale.
A preoccupare sono ovviamente l’acqua e il vento. Le raffiche di Sandy arrivano a 85 km orari, le stime degli esperti parlano di onde alte fino a nove metri. Tutto purtroppo confermato dai primi scatti che arrivano soprattutto dalla Grande Mela. Sulla 57ma strada il vento ha letteralmente spezzato in due una gru (clicca qui per la foto)che era attaccata ad un grattacielo in costruzione. Non un grattacielo qualsiasi, ma il cosiddetto “grattacielo dei miliardari”, una delle costrzioni più alte della città. Il rischio, ora, è che la gru spezzata ma ancora appesa sia spinta chissà dove dal vento. E quindi un albergo e i grattacieli limitrofi sono stati fatti evacuare con urgenza.
Non solo: appena il vento ha iniziato a soffiare più forte sempre a New York è crollata la facciata di un palazzo. La notizia ha iniziato a circolare via Twitter, cinguettata da quello che si presenta come un vigile del fuoco. E sempre secondo le prime voci, all’interno del palazzo ci sarebbero persone intrappolate.
Situazione critica anche a Washington. Diverse strade, tra cui una delle arterie della città come Connecticut Ave, sono allagate. Molti gli alberi caduti, alcuni anche su tetti delle case, ma per fortuna non si registrano feriti. Chiusi gli aeroporti, la gente se ne sta rintanata a casa.
L’allerta è stata lanciata intorno alla centrale nucleare di Oyster Creek, nel sud del New Jersey, che si trova in una zona allagata. Al momento non si pensa allo spegnimento, ma la situazione viene monitorata. La centrale è a 40 km da Atlantic City, località turistica di mare devastata dal ciclone. In questo inferno d’acqua, riescono pure a scoppiare gli incendi.
A New York, nel Queens, in un rione allagato 15 edifici sono in fiamme. “Manhattan bassa è completamente coperta dall’acqua. Non esagero”, scrive su Twitter il direttore della Protezione civile di New York, Howard Glaser. Metà dell’isola è al buio, 500.000 persone sono senza corrente nella Grande Mela. I telefoni intasati funzionano a singhiozzo. Sette tunnel della metro sono allagati.
“La metropolitana di New York ha 108 anni – commenta sconvolto il direttore, Joseph Lhota – ma non ha mai visto una catastrofe cosi’ devastante”.
Il sindaco Michael Bloomberg cerca di rassicurare, ma è ben conscio del disastro: “Il peggio del maltempo è andato – dice – e la città certamente sta sentendo l’impatto”. In città c’è stato un solo morto, un trentenne schiacciato da un albero nel Queens.
I candidati presidenziali hanno cancellato diversi appuntamenti a causa dell’uragano. Obama si è mostrato sempre attento e operativo sul disastro: un modo per marcare la differenza con l’ignavia di Bush su Katrina. Ma anche Sandy probabilmente finirà in campagna elettorale. Il New York Times ha subito attaccato Romney, dicendo che nel suo programma c’è il ridimensionamento e la privatizzazione della Protezione civile.